Lamezia, teatri chiusi: enorme danno economico per associazioni culturali

Costretti a trasferirsi a Catanzaro e nelle scuole, Ama Calabria, Teatro P e i Vacantusi hanno perso numeri enormi in termini di pubblico e quindi di danaro. Ma da via Perugini non ci sono segnali incoraggianti

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di Tiziana Bagnato
9 febbraio 2019
15:55

Continuano a rimanere chiusi i tre teatri comunali di Lamezia Terme. Da via Perugini tutto tace. A nulla sono servite conferenze stampa, proteste e addirittura occupazione. I tre immobili rimangono con i lucchetti e su nessuno di questi sono iniziati quei lavori che dovrebbero permettere di intervenire sulla loro agibilità. Sul Teatro Grandinetti, in particolare, non c’è alcun accenno sull’avvio o meno di quella procedura di esproprio che dovrebbe rendere fruibile la struttura. E intanto gli operatori culturali stanno avendo perdite economiche importanti, una vera e propria emorragia.


Come nel caso dell’Ama Calabria la cui stagione nel Teatro Grandinetti di Lamezia aveva cinque volte il numero di abbonati che sta registrando a Catanzaro. A poco sono valsi sforzi come quello di mettere a disposizione dei pullman che colleghino Lamezia e Catanzaro. Anzi, le spese per garantire il trasporto sono andate a sommarsi ad altre, come ad esempio quelle per la copertura della doppia affissione sulle due città. Non va meglio alla stagione teatrale de I Vancatusi. L’ultimo spettacolo ha raccolto una quarantina di presenze. Il tutto mentre entrambe le rassegne, quando animavano il Teatro Grandinetti, registravano il tutto esaurito.



C’è poi il TeatroP costretto a portare la stagione di Teatro Ragazzi nelle scuole. Spettacoli ridimensionati per andare incontro alla mancanza di un vero e proprio teatro, compagnie che hanno rinunciato e calo vertiginoso delle presenze. Ma se queste dovrebbero essere soluzioni tampone, emergenziali, ciò che fa lanciare l’ennesimo grido di aiuto agli operatori culturali è il fatto che nel frattempo tutto stia rimanendo fermo. È di ieri l’ultima nota del Comune rivolta alle tre associazioni in cui Alecci ha affermato di avere dato mandato di avviare l’esproprio. Una risposta vaga e poco esaustiva, lamentano gli operatori che vorrebbero, invece, sapere a che punto sono le procedure e se è prevista una data di riapertura. Stessa cosa per Teatro Costabile e Umberto. Chiusi ma senza nessun accenno ad un avvio di lavoro di ripristino dell’agibilità.

Giornalista
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