Figlie di Eva, l'insospettabile ironia alla calabrese di Vittoria Belvedere

VIDEO | L'attrice, originaria di Vibo Valentia, nella frizzante commedia interpretata insieme a Maria Grazia Cucinotta, Michela Andreozzi e Marco Zingaro, recita per la prima volta nel dialetto della sua terra d'origine

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di Salvatore Bruno
2 dicembre 2019
09:27

Nella deliziosa commedia Figlie di Eva, andata in scena al Garden nell’ambito del Rende Teatro Festival, c’è una particolarità: l’attrice Vittoria Belvedere, originaria di Vibo Valentia, recita per la prima volta in calabrese sfoderando un insospettabile repertorio di battute in dialetto stretto e qualche parolaccia indotta dalla sindrome di Tourette di cui il suo personaggio soffre. Con lei sul palco un parterre d’eccezione: Maria Grazia Cucinotta e Michela Andreozzi che è anche autrice del divertente spettacolo. Interpretano tre donne ingannate da tale Papaleo, un sindaco doppiogiochista, del quale la Cucinotta veste i panni della moglie tradita, la Andreozzi della segretaria ingannata e Vittoria Belvedere di una insegnante con la sindrome di Tourette, che ha anche la sventura di avere per alunno il figlio dell’uomo. Per vendicarsi di Papaleo, figura evocata ma non fisicamente presente nell’ambito della rappresentazione, e spodestarlo dalla carica politica, le tre protagoniste ingaggeranno Luca, interpretato dal convincente Marco Zingaro, uno scapestrato attore che trasformeranno in una macchina del consenso elettorale. Due ore all’insegna del buon umore, ed una parabola che fa riflettere sullo stereotipo del politico del terzo millennio: bandieruola al vento, carico di arroganza e colmo di mediocrità. Lo scenario reale fa così piangere che forse e meglio riderci su.


Giornalista
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