La donna lotta per riavere con sé la piccola di soli due anni, affidata ai nonni paterni a Mileto dopo la difficile separazione con l'ex compagno denunciato per maltrattamenti
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Quasi quattro mesi senza vedere la sua bambina di due anni. È finito, almeno in parte, l’incubo di Samantha che è riuscita ad abbracciare la sua bambina. Anche se solo per un’ora. Dopo averla conosciuta è difficile dimenticare la sua storia. Violenze fisiche e psicologiche, soprusi, calci e botte dall’ex compagno fino a che la donna ha trovato il coraggio di denunciarlo e di portare avanti questa denuncia.
La bambina più piccola resta con i nonni paterni a Mileto, nonni che però vivono con lo stesso ex compagno. E poi l’emergenza coronavirus, la donna è bloccata non può vedere la piccola che festeggia il suo secondo compleanno lontano. Infine, a fine emergenza, una serie di rimpalli dell’assistente sociale dell’Asp di Mileto che tergiversa su molti punti, non risponde alle mail ed al telefono. Pare la donna fosse una conoscente dei nonni della bambina.
Così arriva il mese di giugno e Samantha, a lockdown cessato da un pezzo, come vi abbiamo raccontato, non può ancora stringere la sua piccolina. Troppo clamore mediatico suscita la vicenda, così l’assistente sociale si dimette dal caso. Come si dimette la seconda assistente a lei subentrata dopo un alterco col padre della bimba. Il risultato è che nonostante mail e richiesta di incontri madre e figlia restano lontane: il nemico in questo caso si chiama burocrazia.
Decisivo nella vicenda diventa il sindaco di Mileto, Salvatore Giordano, che con Samantha ed il suo legale, l’avvocato Massimo Bambara del foro di Reggio Calabria, ha avuto un lungo colloquio. Colpito dalla storia ha dato una provvidenziale accelerata la macchina burocratica e, qualche giorno dopo l’incontro, Bambara riceve quella mail tanto desiderata, quella in cui si pianificano gli incontri tra madre e figlia.
Martedì scorso il sindaco per un’ora ha lasciato la sua stanza alla signora perché potesse riabbracciare la bambina. Lacrime di felicità, un piccolo passo verso la ricomposizione di quella famiglia. In attesa dell’udienza fissata a fine mese davanti al tribunale di Catanzaro che deciderà anche del futuro della bambina.