«Da oltre un mese la pagina Facebook ufficiale “Carlo Tansi, la voce scomoda della Calabria” e il profilo Facebook “Carlo Tansi Tesoro Calabria” sono stati messi a tacere da un infame attacco hacker. La nostra pagina, che conta circa 40.000 follower, è stata violata attraverso un furto d’identità e un successivo tentativo di condivisione di “contenuti inappropriati”». Lo scrive lo stesso Carlo Tansi, presidente e fondatore del movimento civico indipendente Tesoro Calabria in una nota stampa.

 

Secondo Tansi «con questa diabolica strategia qualcuno che, per il momento, rimane avvolto nell’ombra, ha fatto in modo che il nostro profilo social dapprima venisse bloccato e poi - come è normale per le regole di Facebook - subisse tutte quelle pesanti restrizioni che limitano in modo drastico le interazioni con la community del social: il numero delle interazioni è crollato da una media 15.000/20.000 a post a poco più di mille, così come i like e le visualizzazioni dei video. Con questa vile azione è stato impedito alle nostre idee, al nostro impegno e alla nostra attività, di raggiungere la dovuta visibilità». E ancora: «Per gli stessi motivi il profilo Facebook “Carlo Tansi Tesoro Calabria” è stato definitivamente bloccato e chiuso da Facebook; di questo ci scusiamo con tutti gli amici Fb del profilo che hanno perso un importante punto di riferimento».

 

Nel comunicato, il gruppo scandisce: «È evidente che Carlo Tansi e il movimento civico indipendente Tesoro Calabria da lui fondato, con le loro continue denunce e prese di posizione che mettono in luce svariati crimini ambientali e ruberie, costituiscono una voce veramente scomoda per chi vuole continuare indisturbato, in una regione in balia della ‘ndrangheta, a portare avanti l’opera di saccheggio di questa terra, seguitando a tutelare gli interessi di malaffare di pochi. Abbiamo dato voce e speranza alla moltitudine di Calabresi che vogliono rivendicare i loro sacrosanti diritti negati. Per questo – si fa rilevare - rappresentiamo per la casta calabra una realtà scomoda, da imbavagliare e seppellire. Qualcuno, da qualche stanza dei bottoni dei poteri perversi calabresi, ha deciso che dovevamo tacere. Nell’epoca della diffusione della comunicazione internet, riuscire a impedire la nostra informazione libera rappresenta per noi un vero e proprio omicidio digitale, che ci ha ridotti in silenzio e annullati. Toglierci il diritto e la libertà di parola è l’unica arma che, al momento, hanno potuto usare nei confronti di un movimento che vuole essere la voce libera dei calabresi».

 

Il messaggio è chiaro: «Di certo non staremo a guardare e abbiamo già provveduto a denunciare queste gravi violazioni all’autorità giudiziaria, che tempestivamente ha avviato le attività investigative. Allo stesso tempo ci siamo affidati a tecnici informatici esperti che cercheranno di risolvere tutte le problematiche relative alle limitazioni che ci sono state imposte. Nell’attesa di superare questo momento di censura di stampo mafioso – conclude la nota- continueremo la nostra attività sui territori, perché sono proprio queste le azioni che ci intestardiscono ulteriormente e ci convincono che stiamo andando nell’unica direzione possibile: quella che ci vede sempre dalla giusta parte».