Sette municipi del Vibonese decidono di diventare un unico Comune

Sulla fusione puntano gli amministratori di San Nicola da Crissa, Capistrano, Monterosso, Filogaso, Maierato, Francavilla Angitola e Polia: diventerebbe il secondo ente più grande della provincia

di Enrico De Girolamo
6 aprile 2019
15:16
Gli amministratori coinvolti nella fusione dei rispettivi Comuni
Gli amministratori coinvolti nella fusione dei rispettivi Comuni

L’unione fa la forza. E se sei un Comune consente anche di ridurre le spese e assicurare maggiore peso nelle dinamiche decisionali, sia a livello regionale che provinciale. È su questa premessa che sette sindaci vibonesi, tutti trentenni - Giuseppe Condello (San Nicola da Crissa), Marco Martino (Capistrano), Antonio Lampasi (Monterosso Calabro), Massimo Trimmeliti (Filogaso), Danilo Silvaggio (Maierato), Giuseppe Pizzonia (Francavilla Angitola) e Caterina Feroce (vice sindaco Polia) - hanno deciso di avviare la fusione amministrativa dei rispettivi territori, progetto che una volta realizzato consentirà al nuovo Comune unico di superare una popolazione di 10mila abitanti e diventare il secondo in termini demografici dopo quello della città capoluogo, posizione attualmente occupata da Pizzo.


L’idea è stata formalizzata in una delibera approvata con identico testo dalle giunte dei rispettivi Enti, i cui primi cittadini si sono ritrovati oggi a Maierato per consolidare il progetto e avviare lo studio di fattibilità propedeutico alla fusione.
I vantaggi saranno vagliati da una commissione di esperti, a cui verrà affidato il compito di analizzare gli aspetti demografici, economici e sociali, per poi valutare la fattibilità sulla base dell’analisi del personale in servizio e degli assetti organizzativi dei diversi Enti impegnati in questo cammino.
Il traguardo è rappresentato, appunto, dalla nascita di un nuovo Comune vibonese che prenda il posto dei 7 che hanno deciso di archiviare il proprio gonfalone. Il Comune più popoloso è rappresentato da Maierato, con 2.918 residenti, seguito da Francavilla Angitola (1.976), Monterosso (1.690), Filogaso (1.417), San Nicola da Crissa (1.329), Capistrano (1.031) e Polia (1.014). I dipendenti in servizio sono complessivamente 68, con gli organici di Maierato (17 lavoratori), San Nicola da Crissa (14) e Monterosso (13), ai primi tre posti.


 

I principali vantaggi che devono essere individuati attraverso lo studio di fattibilità - si legge nella delibera condivisa - riguardano il miglioramento in termini qualitativi e quantitativi dei servizi erogati ai cittadini, con un’accresciuta capacità di rappresentare e tutelare gli interessi delle varie comunità destinate alla fusione. Contestualmente, le amministrazioni coinvolte puntano a ottimizzare le risorse, accedendo a nuovi canali di finanziamento consentiti agli enti più grandi, e riducendo le spese. Inoltre, la maggiore dimensione amministrativa consentirebbe di incrementare la formazione e le competenze del personale.

 

Nell’incontro di Maierato, a sintetizzare e illustrare gli aspetti principali del progetto sono stati il segretario generale di San Nicola da Crissa, Domenico Scuglia, e il professore dell’Unical Francesco Aiello, dell’associazione di promozione sociale OpenCalabria, un laboratorio di idee che focalizza la sua azione sulla predisposizione di studi socio-economici e sull’elaborazione di proposte di sviluppo locale. Sarà questo think tank ad elaborare lo studio di fattibilità, prima dei passi successivi e del referendum cittadino finale. Ad avere l’ultima parola, infatti, saranno comunque i cittadini dei Comuni coinvolti, che al termine del percorso preparatorio dovranno esprimersi sull’ipotesi di unione.
Soddisfazione è stata espressa da Scuglia, che coordina il progetto. «Di fronte ai processi riformatori in corso - ha affermato il segretario comunale - risulta ineludibile la creazione di livelli intermedi di governance, basati sull’aggregazione interistituzionale, in grado di valorizzare le specificità delle aree locali che caratterizzano la nostra Regione, ma soprattutto di conseguire nuova adeguatezza nella gestione delle funzioni e nell’erogazione dei servizi ai cittadini. La soluzione offerta dalla fusione dei comuni va proprio in questa direzione».

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