Al prefetto Francesco Zito consegnano un documento di nove pagine nelle quali, sostanzialmente, chiedono tutto ciò che il dimissionario commissario alla Sanità in Calabria, Saverio Cotticelli, e la Regione, fin qui non hanno fatto: l’istituzione delle Unità specialistiche di continuità assistenziale (Usca) a beneficio dei pazienti Covid, la costituzione di un punto Covid, una efficiente dotazione dispositivi di protezione individuale e test rapidi per medici di base e di guardia, un’accelerazione nell’analisi dei tamponi biomolecolari, l’assunzione di personale, il tracciamento efficace dei contatti dei pazienti positivi al Covid, la vaccinazione anti-influenzale a tappeto, il rafforzamento del Dipartimento di prevenzione, l’abbattimento delle liste di attesa per le prestazioni specialistiche.

«Dodici anni di fallimenti»

È la presidente della conferenza dei sindaci della provincia di Vibo Valentia, nonché sindaca della città capoluogo Maria Limardo, a consegnarlo. Siamo alle battute finali del sit-in che le fasce tricolori hanno tenuto davanti alla sede dell’Ufficio territoriale di governo, iniziativa in continuità alla mobilitazione proposta dall’Anci che culminerà, giovedì prossimo, con il presidio di tutti i sindaci calabresi davanti a Palazzo Chigi. «Diciamo no ad un commissariamento che dopo quasi dodici anni - spiega Maria Limardo -non ha prodotto alcunché, se non danni per la nostra regione. I calabresi hanno il diritto di tornare a rideterminarsi». Una richiesta che il prefetto Zito assorbe a sé prima di trasferire a Roma: «Le Prefetture in questo campo hanno un potere d’azione limitato, ma siamo sempre impegnati a sostenere comunque l’azione dei sindaci».

Marasco lancia Curia

Diversi tra i primi cittadini presenti su corso Vittorio Emanuele III sono operatori sanitari di professione. I giornalisti cercano soprattutto Giuseppe Marasco, sindaco di Nicotera e infermiere di Malattie infettive che opera nella trincea del Reparto Covid del disgraziato ospedale Jazzolino: «Deve finire la politica dei tagli - incalza - oggi servono risorse e investimenti. E va fatto ciò che andava fatto prima: servono posti letto, serve rafforzare i reparti Covid e le terapie intensive». La sua trincea è metaforica: con dieci pazienti ricoverati, è già satura. E così bisogna dirottare gli infetti in altri reparti, pertanto ridimensionati. Marasco è uno di quelli che non si dibatte tra il sì o il no al commissariamento della sanità e quando sente il nome di Gino Strada si dice «sollevato». Ma precisa: «Noi abbiamo, in Calabria, le risorse umane in grado di rimettere ordine nella sanità». Cita un nome su tutti: «Rubens Curia». Ex dirigente regionale, è stato il manager della sanità a Vibo Valentia negli anni più difficili, dopo le morti insopportabili di Federica Monteleone ed Eva Ruscio. Non riuscì nel miracolo di rivoluzionare tutto, quantomeno dimostrò che lavorando con serietà era possibile iniziare a sistemare le cose e risolvere i problemi. Lasciò un ottimo ricordo di sé.

L’appello dei sindaci

Convinto che in Calabria ci siano uomini e donne ben capaci di affrontare la sfida della sanità, qualora fosse loro chiesto, è anche Vitaliano Papillo, sindaco di Gerocarne: «Ciò che abbiamo assistito in queste ultime settimane - spiega - è un po’ la sintesi del disastro del commissariamento della Sanità. Noi diciamo no alla prosecuzione di un’esperienza simile e chiediamo risposte immediate, perché adesso il sistema sanitario rischia di crollare sotto la pressione della pandemia». Già, una pandemia i cui numeri, almeno in Calabria «sono più contenuti rispetto ad altre regioni - sottolinea il sindaco di Mileto Fortunato Giordano - ma ciò non ci ha impedito di diventare zona rossa, ed è per causa dell’inadeguatezza dei servizi sanitari. Se qualcuno avesse provveduto per tempo probabilmente saremmo sottoposti, oggi, a misure meno restrittive ed avremmo contrastato meglio il contagio».

In veste di sindaco di Stefanaconi ma anche di presidente della Provincia, Salvatore Solano ribadisce: «Non esiste colore politico quando si parla di sanità. Ed il giudizio che abbiamo maturato sul commissariamento è semplicemente legato ai fatti ed ai risultati. Confidiamo che la protesta che si leva dai sindaci sia ascoltata dal governo e non cada ancora una volta nel vuoto».

Senza colore politico

Già, politica bipartisan presente. Enzo Insardà, segretario provinciale del Partito democratico, assicura il pieno sostegno della sua forza politica ai primi cittadini e si confronta - mostrando serenità e condivisione - con Maddalena Basile, vicepresidente di Fratelli d’Italia. «Ricordo bene - spiega l’ex consigliera regionale, che è anche un medico - quando votai contro il Piano sanitario regionale. Allora denunciai cose che nel corso degli anni non trovarono mai soluzione e che oggi, a distanza di così tanto tempo, sono rimaste immutate». E poi: «Pensate ai tamponi che vengono fatti qui, una settimana per essere processati… È una vergogna. È questa la sanità in Calabria e a Vibo Valentia?».

Mammoliti: «E il decreto Rilancio?»

Raffaele Mammoliti, di suo, incarna sia il sindacato, quello della Cgil, la più grande organizzazione italiana, sia la politica, ovvero il Partito democratico. La sua analisi è forse la più puntuale perché coinvolge tutti i livelli: «Per superare il regime commissariale - dice - bisogna realizzare i Livelli essenziali di assistenza a 160 e due bilanci consecutivi a pareggio». Insomma la strada, al di là dei buoni propositi dei sindaci, è parecchio in salita. Ma il sindacalista aggiunge: «Il governo ora ha stanziato apposite risorse per risanare e queste risorse vanno attivate e utilizzare quanto previsto dal decreto Rilancio che chiedeva al commissario e alle Asp di varare dei piani di rafforzamento della rete sociosanitaria territoriale, cosa che purtroppo non è stata fatta. Bisogna chiedere conto, iniziando dai commissari provinciali…».