L’unico atto rintracciabile che attesta la concessione è la convenzione con le Ferrovie della Calabria per la gestione del terminal bus: ma è scaduta nel 2006
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Non finisce di riservare sorprese, chiaramente brutte, il Comune di Vibo Valentia. Ultima in ordine di tempo è quella che riguarda la gestione del terminal bus di via degli Artigiani, strettamente connessa alla concessione dei locali dell’ex sede delle Calabro-Lucane come base operativa della Polizia municipale di Vibo Valentia.
In estrema sintesi, dalla documentazione che è stato possibile acquisire e visionare - e che è stata anche richiesta agli uffici dalla competente commissione consiliare - a oggi risulta un enorme paradosso: la Municipale occuperebbe “abusivamente” i locali di viale Cassiodoro, così come le Ferrovie della Calabria gestirebbero in comodato “abusivo” l’autostazione vibonese (dove “abusivo”, è bene precisare, sta ad evidenziare il paradosso e non a contestare un reato).
Il motivo è semplice: negli uffici del patrimonio di Palazzo Luigi Razza risulta un solo documento su questa pratica, ed è la convenzione per l’affidamento del terminal bus stipulata nel lontano 2003 dall’allora sindaco Elio Costa e dall’allora amministratore unico di Fdc Francesco Alberto Covello. All’articolo 9 della convenzione si legge: «La validità della presente decorre dalla data della stipula e terminerà il 31 luglio 2006.
La prosecuzione dell’incarico dopo quella data dovrà essere definita mediante un nuovo atto da concordare. In caso di mancato rinnovo dell’incarico, anche per rinuncia di una delle due parti, gli impianti saranno reciprocamente riconsegnati con apposito verbale».
Andando ad esclusione, si desume facilmente che le parti non hanno rinunciato ai rispettivi beni presi in gestione, dato che la Municipale è ancora là e le Ferrovie della Calabria stazionano ancora al terminal. Però non si trova un atto - che sia una proroga o una nuova convenzione - che possa legittimare entrambi gli occupanti a stare dove sono. Certo, nella proverbiale confusione che da sempre regna negli uffici di Palazzo Luigi Razza, non è da escludere che possa esservi nascosta in qualche cassetto una delibera impolverata che legittimi il tutto. Ma allo stato non è saltata fuori. E non è saltata fuori neanche all’epoca del primo dissesto del Comune di Vibo Valentia.
Nel 2012/2013, infatti, quando si trattò di redigere il Piano di riequilibrio durante l’amministrazione di Nicola D’Agostino (poi bocciato da quel consiglio comunale), fu cercato (e non trovato) un rinnovo di quella convenzione proprio al fine di ridiscuterne i termini e trovare una nuova formula che permettesse al Comune di incamerare quattrini freschi, dato che - in virtù dello “scambio” di sedi deciso nel 2003 - l’ente non intasca un euro per il terminal, ed anzi ha solo l’onere (cui comunque non adempie) di effettuare la manutenzione straordinaria.
Tra l’altro, proprio in virtù del dissesto, così come non vennero rinnovati i contratti a tempo determinato (si pensi al “famoso” staff sempre all’epoca di D’Agostino junior), non potrebbero restare in vita neanche le convenzioni gratuite, che dovrebbero diventare onerose. Ma a Vibo succede. Ora la palla passa ai consiglieri che già domani dovrebbero affrontare la questione in commissione.