Un flash mob per rivendicare il diritto alla sanità che a certe latitudini non sempre è assicurato. Vibo Valentia è la città che attende da oltre un ventennio la costruzione del nuovo ospedale. È la città che fa i conti con una grave carenza di personale medico e un presidio, lo Jazzolino, fatiscente.  «Siamo qui per denunciare le tantissime inefficienze del sistema sanitario. Abbiamo medici che lavorano a mani nude», spiega la referente di Cittadinanzattiva Daniela Primerano.

«Una protesta - prosegue - contro gli imboscati della sanità, contro le false promesse, a favore degli anziani soli e in difficoltà, a favore di chiunque sia sofferente e non possa permettersi viaggi della speranza». Richieste elencate in un documento che l’associazione di cittadini ha consegnato al Commissario straordinario dell’Asp Giuseppe Giuliano. Dalla sede dell’Azienda sanitaria il corteo si è snodato per le vie del centro passando dal Comune fino a raggiungere la Prefettura, per poi sostare davanti al Tribunale fino all’ospedale Jazzolino.

I ragazzi delle scuole durante la protesta

Alla manifestazione decine di studenti, associazioni del territorio, il consigliere regionale Raffaele Mammoliti, pochi rappresentanti politici e alcuni cittadini: «Io c’ero pure il 24 dicembre del 2019 – dice un manifestante - quando, all’indomani della maxi operazione Rinascita Scott ci fu a Vibo una grande mobilitazione spontanea. Oggi – sottolinea– la protesta doveva registrare  la stessa partecipazione». 

Non più di duecento manifestanti con striscioni e cartelli. «La sanità è un diritto, non un favore», esclamano in coro tra il rumore assordante dei fischietti. «Una mobilitazione – promettono gli organizzatori -  che andrà avanti ad oltranza: «Ogni ultimo venerdì del mese protesteremo. Ci fermeremo solo quando la sanità tornerà ad essere anche nel Vibonese un diritto per tutti». Gli fa eco Pino Pasquino, anche lui in rappresentanza di Cittadinanzattiva: «Dobbiamo ribellarci a questo stato di cose. Abbiamo il diritto ad avere una sanità come in tutti gli altri paesi del centro nord. È impensabile – conclude - che per curarci dobbiamo andare fuori Regione».