Il dispositivo della circolare emanata dal Ministero dell’Interno sull’accorpamento delle Prefetture è di quelli che fanno tremare i polsi e destano forte inquietudine nelle sedi interessate.
La notizia diffusa dal Viminale ha fatto scattare l’allarme rosso su tutto il territorio provinciale.
Probabilmente non c’è più tempo per tentare di individuare quali sono i reali motivi che hanno indotto il Viminale ad accorpare la Prefettura di Vibo Valentia a Catanzaro.
Bisogna, però, chiedersi se oltre alle mancate responsabilità politiche che hanno finito col propiziare questo tipo di scelta estremamente penalizzante per una realtà complessa come quella del nostro territorio siano intervenute negligenze e comportamenti che hanno concorso a mettere in ginocchio la funzione dell’ufficio territoriale di governo.
Mi sembra scontato riaffermare che La Prefettura di Vibo Valentia abbia contribuito in questi ultimi tempi, grazie alla piena ed eccellente disponibilità e competenza della struttura di Palazzo Rizzuti ad affrontare con più convinzione e capacità organizzativa i moltissimi e contorti problemi che hanno avvilito e continuano a preoccupare la popolazione nelle sue più disparate articolazioni.
Ad iniziare dai disagi e dai disastri, se così vogliamo meglio definirli, intervenuti nella gestione della Provincia, dei Comuni, dell’Azienda Sanitaria Provinciale e di tutti quegli enti che hanno lottato per trovarsi garantito un posto di lavoro, per assicurare l’erogazione di servizi adeguati alle popolazioni, per garantire una condizione di vita a chi soffre per la precarietà dei servizi sociali.
La Prefettura ha, in sostanza, svolto un ruolo essenziale, colmando spesso, tra l’altro, anche le lacune messe in mostra da un’amministrazione comunale, come quella di Vibo Valentia, che è pervenuta al default in virtù di scelte che hanno messo in seria difficoltà la vita del territorio comunale.
Senza dimenticare che l’iniziativa della Prefettura è stata sempre rivolta a stimolare soprattutto i comuni della provincia ad impegnarsi nel più pieno rispetto della legalità, intervenendo con determinazione e concretezza laddove si sono verificate palesi condizioni di illegalità diffusa.
Come si fa a non tener conto che si deve, sopratutto alla propedeutica e sinergica azione degli Uffici della Prefettura, se il dilagare dei fenomeni della delinquenza organizzata hanno conosciuto un considerevole freno ?
Come si fa a non prendere atto che ogni tipo di vertenza lavorativa , talvolta quotidiana, è passata dalle griglie organizzative della Prefettura conoscendone il più attento e concreto interessamento ma anche le più opportune realizzazioni?
Quante indicazioni utili sono state messe in campo per salvaguardare un posto di lavoro a chi lo ha perso o lo sta perdendo ?
Il governo centrale non può disconoscere e quindi non apprezzare l’esistenza di un fardello di positiva attività da parte della Prefettura di Vibo Valentia che ha permesso a tante famiglie di lavoratori di credere in una speranza ?
Credo che le tutte forze politiche, istituzionali, sindacali, associative e di ogni livello debbano impegnarsi, immediatamente, a promuovere un’azione di protesta utile a favorire la revoca dell’accorpamento della Prefettura di Vibo Valentia a quella di Catanzaro.
Le motivazioni ci sono tutte. Occorre impegnarsi in una mobilitazione senza precedenti.
La scomparsa dell’ufficio territoriale di governo da Palazzo Rizzuti segnerebbe la sconfitta della politica, delle istituzioni e della dignità di tutti i cittadini vibonesi.
Forse diventerebbe utile ed opportuno insediare al Comune di Vibo Valentia un comitato ristretto cui affidare la formulazione ed il sostegno di una proposta per tentare di annullare la disposizione del Viminale restituendo alla provincia di Vibo Valentia il ruolo e la funzione che la storia le assegna.