Costretto a vendere rose per strada, ora aiuta le vittime di tratta

VIDEO | Grazie al progetto di un centro lametino un giovane ragazzo del Bangladesh ha ripreso in mano la sua vita e ora studia come mediatore culturale

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di Tiziana Bagnato
17 giugno 2019
13:35

Messo in strada a vendere rose, tenuto sotto giogo con minacce e percosse senza poter mettere da parte nemmeno un euro. Mahmoud è uno dei tanti venditori di rose venuti dal Bangladesh con la promessa di un lavoro e di una vita migliore.

 


Arrivato giovanissimo nel nostro Paese, è finito nelle mani di uno sfruttatore suo conterraneo che gli ha fatto credere che quella fosse l’unica alternativa. A pochi giorni dal suo arrivo, ci racconta, gli vengono subito dati dei mazzi di rose e insegnato un “pacchetto di parole” per vendere: “Ciao”, “Come va?”, “Ho fame”.

 

La gente è sprezzante, si infastidisce e Mahmoud inizia a capire che quello non è un vero lavoro. Quando a notte tarda finisce di lavorare, deve consegnare quanto guadagnato al suo sfruttatore per ripagare vitto e alloggio. Senza soldi non ha alcuna autonomia e non può inviare alcun aiuto alla sua famiglia rimasta in Bangladesh.

 

Conosce poco la lingua, ha scarsi rapporti con l’esterno, ci metterà mesi per capire di essere vittima di un sistema. Mesi in cui, nel frattempo, subisce minacce, viene picchiato e man mano che ai controlli della Polizia risulta senza documenti si sposta da una regione all’altra, passando da uno sfruttatore all’altro.

 

Poi l’arrivo in Calabria e l’inizio del lavoro nei campi, sfruttato per 25 euro al giorno. Soffre Mahmoud, sta male, e qualcuno gli dice che a Lamezia c’è un sacerdote, don Giacomo Panizza, che gestisce una comunità che fa parte di un progetto che serve proprio a strappare ai loro aguzzini quelli come lui.

 

Mahmoud pian piano riesce a raccontare la sua storia, racconta le torture subite prima di arrivare in Italia, la vita vissuta fino ad ora. Gli si aprono gli occhi e aderisce al Progetto Incipit, un progetto finanziato dal dipartimento Pari opportunità della presidenza del Consiglio dei Ministri e del quale la Regione Calabria é capofila che ha lo scopo di "salvare" le vittime di tratta e sfruttamento.

 

Viene portato in una casa protetta, inizia a studiare l’italiano e a fare dei corsi di formazione. La sua vita cambia completamente, ora è lui a decidere il suo futuro e ha deciso di diventare un mediatore culturale. Sta studiando per aiutare chi sta attraversando quel lungo incubo che lui stesso ha dovuto attraversare

Giornalista
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