Un calcio mortale sferrato nell’addome di un meticcio di soli cinque mesi. È la scena «terribile» alla quale ha dovuto assistere la proprietaria di un cagnolino durante una gita in montagna con una comitiva di amici nell’agosto scorso presso il piano di Masistro, nel territorio comunale di Saracena. L’episodio si sarebbe consumato sotto lo sguardo attonito di tutti i partecipanti alla scampagnata e sarebbe scaturito dalla reazione di un giovane che non avrebbe gradito i continui guaiti del piccolo esemplare di trovatello che la proprietaria aveva adottato pochi mesi prima grazie ad una volontaria dell’associazione castrovillarese che si occupa di animali. 

«Vediamo se abbia ancora»

Mentre giocava con un osso trovato nel prato il cagnolino avrebbe ringhiato contro una ragazza della comitiva che provava a sottrarglielo per scherzo. Così il giovane, contro il quale oggi è stata presentata querela presso la stazione carabinieri di Saracena ad opera dell’avvocato Rosalba Amato in rappresentanza della proprietaria e dell’associazione Amico Mio, si sarebbe avvicinato al cucciolo e gli avrebbe sferrato un calcio così violento nell’addome da lasciarlo senza vita sul terreno dopo qualche guaito, mentre avrebbe proferiva la frase «vediamo se abbaia ancora» ha riferito l’avvocato.

Riconsiderare il rapporto con gli animali 

La proprietaria sotto shock per la morte del suo cucciolo con il quale viveva in simbiosi avrebbe accusato continui svenimenti dopo l'episodio e sarebbe stata soccorsa da alcuni amici che l’avrebbero portata in visita a Castrovillari.

Assistita gratuitamente dall’avvocato Rosalba Amato la proprietaria ha deciso oggi di presentare querela per uccisione di animali per futili motivi,  danneggiamento del proprio patrimonio e per danno esistenziale causato dalla perdita dell’animale. L’associazione Amico mio di Castrovillari ha manifestato l’intenzione di costituirsi parte civile nell’instaurando procedimento penale contro l’autore del gesto.

«La querela – ha sottolineato l’avvocato Amato – non ha un intento punitivo da parte della proprietaria, che non cerca risarcimento in denaro, ma solo educativo per riconsiderare il rapporto con gli animali. Questo episodio e la denuncia che ne segue deve servire a far cambiare la mentalità che, spesso, considera gli animali come oggetti che possiamo sopprimere quando ci pare».