«Il vaccino doveva essere somministrato, così come stabilisce il protocollo, al personale sanitario, e invece è stato inoculato pure a chi non ne aveva diritto».
È una denuncia forte quella del dottore Francesco Arena, 60 anni, medico di base in servizio a Serra San Bruno.

È consapevole che le sue dichiarazioni solleveranno un vespaio di polemiche, ma questa volta non intende rimanere in silenzio. Ha deciso di denunciare pubblicamente le anomalie nella somministrazione del farmaco anti Covid. Che non sono le uniche inefficienze. «E’ da un anno che chiedo presidi di sicurezza: camici, visiere, termo scanner. Ho avuto solo due mascherine e neppure di qualità. Non è vero che l’Asp ci ha dotati di Dpi». Medici in trincea, costretti a lavorare a mani nude. Da sempre.  Da quando è scattata l'emergenza Covid.

«Siamo circondati da focolai. Rischiamo la vita tutti i giorni andando a visitare i nostri pazienti, per poi scoprire che alcune dosi sono state somministrate a persone che non corrono alcun rischio. Se è successo – ed è successo glielo assicuro – qualcuno dovrà pagare». E come? «Basta controllare l'elenco delle persone che sono state vaccinate per confermare o smentire ciò che sostengo. Se le mie affermazioni non dovessero rispondere al vero, che mi licenzino». Ad oggi, ricorda, sono morti 277 medici. Con questi numeri, dice, «dobbiamo avere paura di parlare?»

La sua è una protesta a difesa della salute e della vita, perché dice: «Stiamo giocando con la morte. Un vaccino fatto a una persona a cui non spetta può far morire un medico. E questo non è più possibile». E poi ricorda «ci sono colleghi che si prendono denunce perché non vanno a visitare i pazienti, senza dispositivi come fanno?»

Francesco Arena si appella al neo commissario straordinario dell'Asp di Vibo Valentia, Maria Pompea Bernardi: «A lei che ha il potere di rivoluzionare l'Asp». E poi aggiunge: «Se un direttore di dipartimento non ha fatto il proprio dovere deve essere rimosso». Chiaro il riferimento a Giuseppe Rodolico, è lui alla guida del dipartimento di prevenzione dell'Asp. «Non un attacco personale – chiarisce - ma se il sistema non funziona, è lui che ne risponde». Una situazione caotica e mortificante per i medici di famiglia, invitati ad incrociare le braccia proprio come ha annunciato via social lo stesso medico: «Visto il grave ritardo che si sta perpetrando nella somministrazione del vaccino contro il Covid 19 ai medici di medicina generale, guardia medica e pediatri, da lunedì 18 gennaio chiuderò lo studio, garantendo solo le urgenze, fino a che non riceverò la mia dose. Vediamo se qualcuno – conclude – avrà il coraggio di licenziarmi»