Si chiude con tre assoluzioni il processo “Laqueo“, l’inchiesta antimafia della Dda di Catanzaro, contro diversi imputati accusati a vario titolo di usura ed estorsione. Reati che in origine erano tutti aggravati dall’ex articolo sette (metodo e agevolazione mafiosa). La sentenza del tribunale di Cosenza (presidente Carmen Ciarcia; giudici a latere Stefania Antico e Iole Vigna) parla chiaro: Luisiano Castiglia, Gianfranco Bevilacqua e Domenico Fusinato sono innocenti. I primi due perché il fatto non sussiste, il terzo per non aver commesso il fatto.

“Laqueo” si chiude dopo quasi sette anni

Un processo durato quasi sette anni nel corso dei quali sono stati processati e assolti altri imputati, come lo stesso Castiglia (nel filone principale) e l’ex allenatore di Rende, Crotone e Cesena Francesco Modesto, altri invece sono stati condannati. Un’indagine che non ha portato quindi tutti i risultati investigativi che la Dda di Catanzaro sperava di ottenere. Ed infatti nell’udienza di oggi, il pubblico ministero Corrado Cubbellotti ha chiesto l’assoluzione, ritenendo non provate le accuse contro Castiglia, Bevilacqua e Fusinato.

Castiglia estraneo ai fatti

Nel processo appena conclusosi si faceva riferimento a un presunto prestito usuraio ai danni dell’imprenditore Mimmo Barile, raccontato in aula dal collaboratore di giustizia Roberto Violetta Calabrese. «Non ho partecipato all’usura, che credo si aggirasse intorno all’8 per cento mensile rispetto a una cifra complessiva di circa 50mila euro» aveva dichiarato il pentito collegato in videoconferenza, una tesi smentita dall’istruttoria dibattimentale. Continua a leggere l'articolo su Cosenzachannel.it