Ancora un dramma per i lavoratori calabresi. Nel Cosentino altre dieci famiglie rischiano di rimanere senza lavoro da un giorno all'altro perché il calzaturificio di contrada Gidora di Luzzi, che produce scarpe di qualità per il marchio Cesare Firrao, rischia la chiusura. Il motivo per cui lo stabilimento potrebbe ben presto chiudere i battenti è la drastica ristrutturazione aziendale che si è resa necessaria dopo l'arresto per frode fiscale di uno dei soci di Altea Srl., il gruppo che controlla oltre 30 società e circa 17mila dipendenti in tutta Italia, anche in alcune altre zone della Calabria, come Cassano allo Ionio. A seguito dell'indagine della magistratura, alcuni conti aziendali sono finiti sotto sequestro e la situazione economica ha subito un grave danno, tanto che i pagamenti degli stipendi sarebbero fermi allo scorso febbraio.

I fatti

Per capire cosa sta accadendo in queste ore a Luzzi è necessario fare un passo indietro. I lavoratori dipendenti, dopo aver lavorato alle dipendenze di Ok Italy Srl, a far data dallo scorso marzo sono stati trasferiti alle dipendenze della Job Invest Srl, che, come la precedente società, è controllata, attraverso la Job Srl, da Alma S.p.A., la quale a sua volta dipende in modo diretto da Altea Srl. Uno dei soci è Luigi Scavone, ex poliziotto originario di Potenza, divenuto nel tempo un abile imprenditore nella zona di Napoli. L'uomo è stato arrestato alla fine di marzo scorso con l'accusa di essere a capo di un'associazione a delinquere capace di sottrarre all'erario circa 70 milioni di euro. L'indagine è stata avviata dalla Procura di Napoli e dal nucleo tributario della Guardia di Finanza. Al momento del blitz, che ha coinvolto dieci persone, Scavone era in partenza per Dubai e portava con sé uno zainetto contenente 300mila euro in banconote, custodite in sacchetti sottovuoto probabilmente per eludere i controlli. 

Il nuovo amministratore unico

A partire dal 4 marzo 2019, tre settimane prima dell'arresto di Scavone, l'Altea Srl ha nominato un nuovo amministratore unico che risponde al nome di Christian Palmieri, è di Belvedere Marittimo ed è totalmente estraneo ai fatti giudiziari sopra citati. Ma innanzi al nuovo quadro finanziario del gruppo societario che ha sede nella capitale, sembra che ci sia ben poco da fare e la chiusura, al momento, sembra l'unica soluzione possibile.