Conti che non tornano e liquami nelle fiumare, responsabili di convenzione non graditi e arbitrarie sospensioni del servizio. La vicenda tra la Novito Acque e i 7 comuni della Locride che con essa hanno firmato, nel 2016, un contratto per il completamento della rete e la gestione del servizio di depurazione consortile, non sembra di facile soluzione. Dopo la promessa di azioni legali dei comuni chiamati in causa (promessa già mantenuta dal comune di Locri che ha formalmente dato incarico all’ufficio legale dell’ente di querelare la società di servizio), i sindaci si sono incontrati lunedì mattina a Siderno per capire come venire fuori dall’empasse. Incontro ristretto agli amministratori che hanno discusso dei prossimi passi da affrontare con l’intenzione di provare a capire se esistono margini per recuperare il rapporto incrinato con la società di gestione.

La vicenda

Alla fine di agosto, il responsabile della Novito Acque aveva fatto protocollare ai Comuni interessati un atto extragiudiziale in cui muoveva una serie di pesanti accuse ai Comuni stessi, bollandoli come morosi, lamentando modifiche unilaterali del contratto da parte delle amministrazioni e minacciando prima e attuando poi, la sospensione di alcuni servizi vitali al ciclo di depurazione delle acque che hanno comportato, a Locri, un breve sversamento di una parte di liquami non depurati. Situazione poi rientrata grazie all’intervento diretto della Prefettura.

Il responsabile di convenzione

Uno dei motivi del contendere – fatte salve le accuse di mancati pagamenti, distorsione di fondi e inerzia di fronte ai morosi fermamente respinte dai sindaci Calabrese e Fragomeni – sarebbe la nomina del responsabile di convenzione, Stefano Colosimo. La figura chiamata a svolgere il ruolo di interfaccia tra le varie amministrazioni (Siderno, come comune capofila e poi Locri, Agnana, Canolo, Antonimina, Gerace e Grotteria) e la Novito Acque non sarebbe infatti gradita a quest’ultima a causa di una vertenza pendente con il professionista che, da parte sua, non ha ancora formalmente accettato l’incarico, anche se era presente alla riunione di lunedì.

La nuova riunione

Si incontreranno invece martedì la sindaca Fragomeni e il presidente di Novito Salvatore Galluzzo: sul tavolo le due visioni di una vicenda incastrata a un contratto pluriennale e legata ad un servizio fondamentale come quello della depurazione delle acque. Un incontro che non si prospetta agevole, visto le cifre che ballano e la distanza che sembra essersi creata tra le parti. «Dipende tutto dai comuni – rilancia Natale Gattuso, ora in Novito e già in Siderno Acque, la società naufragata in un mare di debiti che gestiva il depuratore di Siderno in passato – c’è un contratto e lo devono rispettare. Noi non abbiamo nessuna intenzione di interromperlo ma serve una revisione economica finanziaria. Noi facciamo bene il nostro lavoro e se Siderno ha la bandiera blu è merito nostro».

Acque reflue nelle fiumare

Tra le righe della lunga invettiva protocollata dalla Novito, viene fuori poi l’accusa diretta ad alcuni comuni – Agnana, Canolo e la frazione Zomino di Geracedi riversare le proprie acque reflue nelle fiumare senza prima averle processate. Un’accusa che l’ex primo cittadino di Agnana, micro comune sulle colline alle spalle di Siderno, Caterina Furfaro rispedisce al mittente ricordando come «il Comune a seguito di interventi strutturali sui depuratori scarica i reflui depurati nei torrenti Novito e Listis. Il famoso collettore non ha mai portato un litro di reflui alla piattaforma di Siderno».

Situazione diversa invece a Canolo dove, ammette sconsolato il sindaco Larosa «si scarica come si faceva una volta». E cioè direttamente nella fiumara, senza alcuna operazione di depurazione. «Una situazione che ci siamo ritrovati al momento dell’insediamento – dice ancora il sindaco – e da cui non riusciamo ad uscire». Nel contratto che lega Canolo alla gestione consortile della depurazione infatti, il Comune avrebbe dovuto costruire a sue spese un collettore in grado, dopo una corsa di più di 15 chilometri, di collegare il paese con Agnana e quindi con il depuratore di Siderno. Ma quel collettore non è mai stato terminato. «La vecchia amministrazione aveva revocato il contratto alla ditta che stava seguendo i lavori ma il successivo arbitrato ha visto il Comune sconfitto. Con la conseguenza che siamo stati condannati a pagare più di 500 mila euro. Ora i lavori sono fermi da tempo e non tutto quello che si è già fatto è recuperabile. Ci serve aiuto da parte delle istituzioni, sono mesi che continuiamo a chiederlo. Da soli non ne usciamo».