Una folla composta e silenziosa ha tributato stamane l’ultimo saluto a Mario Congiusta, uno dei paladini della lotta alla ‘ndrangheta scomparso lunedì scorso a Siderno. Attorno alla famiglia si sono stretti con grande affetto tanti amici e conoscenti. Fuori dalla chiesa ad aspettare la salma il suo storico maggiolone giallo, simbolo di tante lotte e battaglie, mentre ad accompagnare il feretro fin sul sagrato della cattedrale i ragazzi del coordinamento di Libera Locride. Per loro Mario è stato un secondo padre. «Un costruttore di pace» - lo ha definito nel corso dell’omelia don Ennio Stamile, il quale ha rimarcato l’alto profilo umano e morale di papà-coraggio.
Mario Congiusta, che aveva 71 anni, dalla morte del figlio si era battuto strenuamente per avere giustizia. Aveva anche creato una fondazione intitolata al figlio e non mancava mai alle manifestazioni promosse dalle associazioni antimafia, dimostrando un attivismo instancabile.
Congiusta aveva espresso la propria soddisfazione quando venne individuato quello che era ritenuto il mandante dell'uccisione del figlio, il presunto boss della 'ndrangheta Tommaso Costa. Ma era stata cocente la sua delusione quando nell'aprile scorso la Corte di Cassazione aveva annullato la condanna all'ergastolo di Costa, rinviando gli atti del processo alla Corte d'assise d'appello di Reggio Calabria per la celebrazione di un nuovo dibattimento, che però non è ancora iniziato.

 

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