VIDEO | Oggi la cerimonia di commemorazione organizzata dal comando provinciale dell’Arma alla presenza delle istituzioni civili e militari
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Era una serata tranquilla, erano le nove e mezza di sera del 15 giugno 1987. Antonino Civinini aveva dismesso da poco la divisa ed era uscito con i colleghi a prendere qualcosa da bere in piazza Municipio, a Vibo Valentia. Non immaginava che di lì a poco un uomo si sarebbe messo a sparare all’impazzata tra la folla, proprio verso di lui. Civinini, che la divisa di carabiniere in realtà ce l’aveva impressa sulla pelle, si sentì in dovere di uscire per difendere la folla minacciata. Affrontò l’uomo, ma cadde sotto tre colpi di pistola.
Oggi la città e il comando dei carabinieri hanno ricordato quel sacrificio e quell’uomo simbolo dei valori dell’Arma. Lo hanno fatto con una commemorazione davanti all’opera realizzata appositamente qualche anno fa dagli studenti del liceo Artistico cittadino. Il comandante provinciale Gianfilippo Magro ha ricordato la storia del militare ucciso 32 anni fa, lo ha fatto davanti ad ufficiali e componenti di tutte le forze dell'ordine di Vibo Valentia, che con la loro presenza hanno tributato un omaggio al giovane Civinini, insieme al sindaco Maria Limardo ed al prefetto Francesco Zito. «Un vibonese d’adozione, lui che dopo anni di missione - ha ricordato Magro - aveva chiesto di riavvicinarsi agli anziani genitori adottivi che abitavano a Palermo».
Particolarmente toccante il ricordo di Mariano Pinizzotto, collega di Civinini che quella sera si trovava proprio in sua compagnia. Il militare, oggi in pensione, ripercorre quei terribili attimi: «Sentimmo degli spari, lui avvertì il dovere di uscire per capire cosa stesse succedendo. Cercò di intervenire, ma poi accadde quello che non doveva accadere. Cadde per terra, non si rialzò più». Pinizzotto parla con le lacrime trattenute a stento: «Erano giorni in cui si lavorava tanto, battevamo a tappeto l’Aspromonte alla ricerca di tre persone sequestrate. La sera si tornava a Vibo, alla Compagnia speciale, per riposare. Quella sera, dopo una doccia, uscimmo per passeggiare e prendere qualcosa. Eravamo dentro al bar quando si udirono gli spari...».
La giornata, arricchita dalla presenza dell’Associazione dei carabinieri in pensione, molti giunti da lontano e tra questi diversi colleghi del milite ucciso, è proseguita con una messa in ricordo del 28enne Civinini, per poi concludersi con la deposizione di una corona di fiori all’interno della caserma del Battaglione.