VIDEO | Sottoscritto questa mattina un protocollo d'intesa per consentire di verificare l'idoneità delle istanze. Registrati casi di false dichiarazioni per accedere all'istituto
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Snellire le procedure ed evitare illeciti nell'accesso al gratuito patrocinio. Sono questi gli obiettivi che il Tribunale di Catanzaro si è prefissato con la sottoscrizione del protocollo d'intesa che opera in sinergia con l'Agenzia delle Entrate e con il Consiglio del'Ordine degli avvocati di Catanzaro.
Gratuito patrocinio, snellire le procedure
«Sia gli uffici giudiziari vengono sgravati da una serie di adempimenti che avrebbero un impatto sull'ordinaria attività e anche l'Agenzia delle Entrate viene informata tempestivamente di queste ammissioni e può procedere alle verifiche necessarie» ha chiarito il presidente del Tribunale, Rodolfo Palermo, che ha sottoscritto il protocollo con il direttore provinciale dell'Agenzia delle Entrate Giuseppe Sifonetti e con la segretaria dell'Ordine degli avvocati, Amalia Garzaniti.
Gratuito patrocinio: le verifiche
Entro tre mesi, l'Agenzia delle Entrate verificherà la veridicità delle informazioni contenute nelle autocertificazioni presentate dai richiedenti valutando l'idoneità dei requisiti. «È un passaggio importantissimo essendo oberati da oltre ottomila di istanze di gratuiti patronici all'anno - ha spiegato Amalia Garzaniti - poiché siamo sede distrettuale e sede di Corte d'Appello. E ricevere le revoche da parte dell'Agenzia delle Entrate non è piacevole anche perchè ci sottopone a responsabilità per le dichiarazioni mendaci che poi hanno risvolti penali».
Gratuito patrocinio, buone pratiche
Il protocollo era già stato testato nel 2018 al Tribunale di Locri dove Rodolfo Palermo svolgeva la funzione di presidente del Tribunale prima di insediarsi a Catanzaro importando la buona pratica. «È un forte appoggio che ci viene oggi sia dagli uffici giudiziari che dall'Agenzia delle Entrate - ha rimarcato ancora la segretaria dell'Ordine - perché sono verifiche necessarie». Resta intesa la competenza del Tribunale - secondo quanto disposto dal testo unico delle spese giudiziarie - di effettuare ulteriori verifiche per i successivi cinque anni avviando le procedure per il recupero delle somme nei casi di indebita erogazione e avviando i relativi procedimenti di natura penale.