VIDEO | La figlia del magistrato reggino ucciso nel 1991 crede che il superboss non rivelerà molto dei suoi segreti, tra i quali anche quelli relativi all’omicidio ancora impunito di suo padre Antonino per il quale è indagato
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«L’arresto di Matteo Messina Denaro è certamente un importante risultato conseguito dalla squadra di Stato. Un traguardo che sarà ancora più importante e che avrà ancora più senso nel momento in cui Messina Denaro si deciderà a raccontare quello che sa sul delitto Scopelliti e a fornire elementi per capire cosa sia accaduto a mio padre e ad altre vittime. Temo, però, che Messina Denaro dirà poco, forse nulla. In tutto questo tempo non ha mai dato segno di pentimento o manifestato intenzione di collaborare con lo Stato. Confido nell’operato degli inquirenti e nella loro capacità di cogliere elementi utili a capire».
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Spera ma con molta moderazione, Rosanna Scopelliti, figlia del magistrato Antonino Scopelliti, ucciso a Piale, tra Campo Calabro e Villa San Giovanni nel reggino, nel 1991 da mano ancora sconosciuta. Non si concede grandi aspettative perché il delitto di suo padre da oltre trent’anni ancora attende verità e giustizia.
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Tra i segreti di cui è custode il superboss Matteo Messina Denaro, arrestato a Palermo lo scorso 16 gennaio dopo trent’anni di latitanza, potrebbero esserci anche quelli utili a svelare chi sia stato dietro l’agguato in cui perse la vita suo padre. Agguato per il quale dal 2019, Matteo Messina Denaro è indagato dalla Procura di Reggio Calabria.
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