VIDEO | Ieri hanno bloccato la 106, oggi la sede di nel comune della Sibaritide. Chieste le dimissioni del presidente dell’ente subregionale
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Necessita una brusca accelerazione Il processo di riforma dei consorzi di bonifica calabresi, alle prese con una serie di problematiche mai risolte e che si ripercuotono sui lavoratori dipendente, alcuni dei quali vantano sei mensilità arretrate. Ancor peggio per quei lavoratori in pensione che da anni non riescono a ricevere l’indennità del trattamento di fine rapporto. Sul testo legislativo di riforma sta lavorando il Dipartimento Agricoltura della Regione Calabria in linea con la normativa nazionale.
Occorre quindi intervenire e subito. Ieri giornata di tumulti a Trebisacce dove i lavoratori del consorzio hanno bloccato lo svincolo della statale 106 jonica. E questa mattina, nonostante l’incontro avuto ieri in Regione presso l’assessorato all’agricoltura alla presenza delle organizzazioni sindacali, il presidio è continuato nei pressi della sede del consorzio di Via XXV Aprile. Le maestranze vantano ben sei mensilità, diritti previdenziali inclusi. Poco produttivo, almeno sul versante degli stipendi, l’esito dell’incontro di ieri a Catanzaro.
Si procederà a una variazione di bilancio di un 1milione e 600mila euro dei 3 stanziati, mentre il 14 ottobre prossimo è già programmata una riunione sulla riforma dei consorzi a partire da un processo di razionalizzazione degli stessi e alla conseguente rivalutazione del personale. Così come sottolinea la rappresentante della Flai-Cgil Federica Pietramala che segue attivamente tutte le fasi della vertenza sin dalle prime battute. Tuttavia, la soluzione sul riparto dei fondi non risulta esaustiva al pagamento degli stipendi. Da qui la decisione di continuare con la protesta fino a data da destinarsi.
Nel frattempo è stato chiesto non solo il commissariamento del consorzio di Trebisacce ma anche le dimissioni del suo presidente:«La Regione deve ripartire dalla rimozione del presidente del consorzio di Trebisacce, afferma il segretario generale della Cgil (Sibari-Tirreno-Pollino) Giuseppe Guido. I lavoratori devono essere pagati per il lavoro che svolgono. Si autotassano con il pagamento del carburante al fine di raggiungere il posto di lavoro e non vengono neanche stipendiati, è una vergogna». In linea Marco Stillitano (Filb-Uil) e Antonio Pisani (Fai-Cisl) i quali confermano lo stato di agitazione e auspicano risposte positive nel corso del prossimo incontro del 14 ottobre.