Nella notte fra i 1 e il 2 ottobre la Guardia di finanza è stata impegnata nelle fasi finali di una complessa operazione aeronavale iniziata alcuni giorni prima, tesa a colpire, nella sua fase terminale il traffico di migranti che, nonostante la emergenza dovuta alla pandemia, ha continuato a interessare le coste nazionali e calabresi. Alla fine di due distinte operazioni sono stati fermati 8 presunti scafisti.

 

Un dispositivo aeronavale complesso, articolato su un velivolo di esplorazione Atr 72 della Gdf, sugli elicotteri della sezione aerea di Lamezia Terme e di quella di Grottaglie (Taranto) e sulle unità navali del Roan di Vibo Valentia e del gruppo aeronavale (Gan) di Taranto ha operato per intercettare e fermare due imbarcazioni sospette partite presumibilmente dalla Turchia, che tentavano di giungere sulle coste nazionali, sbarcare i migranti e poi sfuggire ai controlli delle forze dell’ordine per ritentare altri viaggi.

 

Tramite l’esplorazione aerea a lungo raggio erano stati acquisiti elementi di orientamento circa le possibili rotte di avvicinamento e organizzata un’opera di presidio congiunto dei probabili punti di arrivo. Alle 23 di ieri, nei pressi di Capo Colonna, nel Crotonese, malgrado le condizioni del mare stessero rapidamente peggiorando, un guardacoste del Gan di Taranto, con l’appoggio di una vedetta della sezione operativa navale di Corigliano Calabro ha intercettato una barca a vela battente bandiera statunitense di circa 13 metri con 43 migranti a bordo (5 minori, 3 donne e 35 uomini di consueta sedicente nazionalità iraniana, irachena, siriana, bengalese e pachistana) più tre sospetti facilitatori presumibilmente ucraini ( due uomini e una donna) da identificare, conducendola con la massima sicurezza possibile a Crotone.

 

Poche ore dopo malgrado le condizioni del mare avessero compromesso fortemente le possibilità di operare di parte delle unità schierate in attesa, un pattugliatore del Gan di Taranto è riuscito ad affiancare attorno alle 3 del mattino nei pressi di Spropoli, nel Reggino, un peschereccio presumibilmente egiziano in avvicinamento con una cinquantina di migranti a bordo di provenienza prevalentemente mediorientale e asiatica, nonché i sospetti conduttori della navigazione.

 

A causa delle condizioni meteo che rendevano non consigliabile un trasbordo dei migranti, il natante, in grado di navigare autonomamente, è stato condotto verso Reggio Calabria, dove è arrivato attorno alle ore 8 di stamane. Nei porti di arrivo gli equipaggi della guardia di finanza hanno trovato l’appoggio, in consueta sinergia non solo del dispositivo a terra dei comandi provinciali delle Fiamme gialle di Crotone e Reggio Calabria, ma anche dall’ organizzazione della accoglienza a terra predisposta e coordinata dalle prefetture di Crotone e Reggio Calabria, dove operano con efficienza nell’ambito di un collaudato e affinato modulo, le aliquote della polizia e le autorità sanitarie preposte, allo scopo di minimizzare ogni rischio per la collettività e mettere rapidamente in sicurezza le persone sbarcate, anche con riguardo ai pericoli della pandemia in corso.

 

I sospetti responsabili trovati a bordo saranno messi a disposizione delle autorità giudiziarie per i conseguenti provvedimenti e i battelli saranno posti sotto sequestro.

 

Le operazioni sono state condotte con la consueta professionalità da militari della Guardia di Finanza che pur agendo primariamente con l’obiettivi di individuare i responsabili, acquisire elementi utili alle indagini contro le organizzazioni che gestiscono il traffico di migranti e conseguire così risultati incisivi al riguardo, si espongono con tangibili rischi personali nell’ assistere comunque i migranti trasportati e condurli, nelle migliori condizioni di sicurezza possibile al punto di sbarco più idoneo e sicuro, non facendo venire meno il proprio impegno, nonostante le difficoltà incontrate nell’operare in condizioni spesso difficili e sempre delicate.

 

Ancora una volta il Corpo della Guardia di Finanza, che opera non solo lungo le coste della Calabria, ma è particolarmente impegnato nel settore del contrasto all’immigrazione clandestina nel Canale di Sicilia, a Lampedusa e sui mari prospicenti la Puglia, in sinergia con gli organi di polizia comunitari (Frontex), tramite il proprio articolato dispositivo integrato di sorveglianza aeromarittima è riuscito a dare con la consueta decisione una risposta operativa ferma, consistente non solo nella mera accoglienza degli arrivi di clandestini ma nell’intercettazione dei battelli in arrivo e nell’identificazione e successivo arresto dei responsabili.