Il gup del Tribunale di Vibo Valentia, Pia Sordetti, ha rinviato a giudizio il testimone di giustizia Pietro Di Costa, 50 anni, di Tropea, per calunnia ai danni dell’avvocato Francesco Stilo. Pietro Di Costa, in passato titolare di un istituto di vigilanza e fra i più importanti testimoni di giustizia nei processi contro la ‘ndrangheta del Vibonese, è accusato dalla Procura di Vibo Valentia di aver ingiustamente accusato l’avvocato Francesco Stilo, “pur sapendolo innocente”, del reato di induzione a non rendere dichiarazioni all’autorità giudiziaria con l’aggravante delle modalità mafiose.

 

In particolare, Di Costa è accusato di aver dichiarato alla Squadra Mobile di Vibo di essere stato avvicinato nel maggio del 2015 dall’avvocato Francesco Stilo con la promessa di denaro per indurlo a non testimoniare nei processi. Nel periodo indicato dal testimone di giustizia Di Costa come quello durante il quale sarebbe stato avvicinato dall’avvocato Stilo, lo stesso legale si trovava però da tempo ricoverato in ospedale per un grave incidente stradale che l’ha bloccato per quasi cinque mesi. Da qui l’accoglimento della richiesta della Procura di Vibo ed il rinvio a giudizio per il testimone di giustizia con l’accusa di calunnia. Il processo si aprirà il 24 gennaio prossimo. Fra le fonti di prova della Procura di Vibo Valentia poste alla base della formulazione dell’accusa elevata nei confronti di Pietro Di Costa per il reato di calunnia ai danni dell’avvocato Stilo vi sono: l’annotazione della polizia giudiziaria del 21 maggio 2015, l’esito della delega di indagine del 27 luglio 2015, il verbale di sommarie informazioni rese da Vincenzo Auteri (cugino di Di Costa) il 7 luglio 2015 ed il verbale di sommarie informazioni rese da Pietro Di Costa il 5 giugno 2015.