VIDEO | Il drive-in allestito nei pressi del vecchio Palazzetto dello sport non prevede alcun tipo di protezione per medici e infermieri. L’auto di servizio diventa ufficio e laboratorio. E se il tempo è brutto diventa tutto più difficile
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L’immagine degli automobilisti in fila in attesa del proprio turno per effettuare il tampone è ormai consueta nei tg nazionali. A colpire sono proprio le file, spesso interminabili e lentissime. Al drive-in allestito (si fa per dire) a Vibo Valentia, invece, ciò che colpisce maggiormente sono le condizioni in cui devono lavorare i due operatori sanitari incaricati di fare i tamponi: nessuna copertura, nessun supporto logistico, nulla di nulla. L’auto di servizio è il loro laboratorio-ufficio, il cofano del mezzo è la loro scrivania. E se piove sono problemi loro.
Il servizio viene effettuato nei pressi del vecchio Palazzetto dello Sport della città capoluogo. Gli occupanti delle macchine in fila attendono il proprio turno per effettuare il tampone, sulla base della chiamata dell’Asp. Un servizio che va avanti da mesi ormai e che vede ogni giorno aumentare il numero delle persone sottoposte al test anti-Covid.
Sui sedili dell’auto medica c’è l'occorrente per effettuare i tamponi. Le macchine si alternano dinanzi ai due operatori. I prelievi vengono effettuati, le persone censite. E poi non resta che aspettare il risultato, che arriverà soltanto nei giorni successivi. Un lavoro delicato che è diventata routine e che proprio per questo dovrebbe poter contare su una logistica diversa, che innanzitutto tuteli la salute di chi opera in queste condizioni.
Oggi non piove su Vibo. Ma ieri sì. Pure ieri l'altro. Il personale sanitario è costretto a lavorare qualunque siano le condizioni atmosferiche. Sotto il sole cocente fino a qualche giorno fa, mentre adesso devono fare i conti con il freddo e la pioggia dell’autunno che vira verso l’inverno.
A segnalare la situazione è una cittadina che attende il proprio turno in auto e, guardando i camici bianchi lavorare in condizioni così precarie, proprio non si capacita di come si possa organizzare un servizio così importante in questo modo. Nelle prossime ore, la Protezione civile dovrebbe allestire una tensostruttura per riparare il personale medico e infermieristico. Lo conferma anche un'operatrice che, con professionalità e dolcezza convince un bimbo ad effettuare il tampone. A chi fa notare come non sia giusto che vengano costretti a lavorare in queste condizioni, l’operatrice replica senza rancore: «Facciamo solo il nostro dovere». Ma lo sconcerto resta. Nel frangente della pandemia medici e infermieri sono diventati i nuovi eroi. La retorica scorre a fiumi. Le lodi e i ringraziamenti si sprecano, ma poi c’è chi è costretto a fare i tamponi sotto la pioggia, con il rischio di ammalarsi non solo a causa del coronavirus.