Terina, chiesta la revoca dei fondi per la costruzione del Parco archeologico a Lamezia

L'iniziativa della pentastellata Rosa D'Amato che ha fatto un'interrogazione ad hoc alla Commissione Europea. Intanto, il sito rimane rigorosamente chiuso
di Tiziana Bagnato
15 novembre 2017
15:16
Terina
Terina

Oltre al danno la beffa. Ad un anno esatto dalla sua inaugurazione, non solo il Parco Archeologico di Terina non ha mai aperto i battenti, ma ora arriva anche da parte di un eurodeputata pentastellata, Rosa d’Amato, un’interrogazione alla Commissione Europea per chiedere se vi siano gli estremi per recuperare i finanziamenti tramite i quali il parco stesso è stato realizzato.


Una provocazione? Forse, che arriva da un esponente politico non calabrese e resa nota a pochi giorni dall’anniversario della cerimonia con cui venne inaugurato, lo scorso 19 novembre, il parco. Oltre un milione di euro la somma attinta a fondi Por Calabria 2007-2013 per completare lo scavo e procedere al restauro e alla valorizzazione del sito.



Un sito i cui cancelli da quella giornata storica non sono mai più stati aperti. Erbacce e fogliame hanno avuto la meglio, difficile identificare un’area archeologica, delle aree delimitate, delle sezioni di interesse storico. Eppure, qui doveva sorgere un vero e proprio parco archeologico che avrebbe dovuto fare da volano per mettere in piedi un sistema di collegamento tra i beni culturali lametini, dal Bastione di Malta al Castello.


Invece l’antica colonia crotonese dopo un breve risveglio ha ripreso a dormire silente e a Bruxelles c’è chi chiede che la Regione Calabria restituisca i fondi avuti per la realizzazione del parco.

Tiziana Bagnato

Giornalista
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