Il Riesame scarcera il presunto boss Teodoro Mazzaferro, sospettato di aver ucciso il barone Musco

Il 70enne era stato arrestato dai Carabinieri di essere uno dei boss più influenti della Piana di Gioia Tauro e considerato il presunto autore dell'omicidio avvenuto nel 2013
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di Redazione
13 aprile 2018
17:31
La scena del Delitto Musco e il sospettato Teodoro Mazzaferro
La scena del Delitto Musco e il sospettato Teodoro Mazzaferro

Affronterà il processo da uomo libero Teodoro Mazzaferro, 70enne coinvolto nell’operazione “Provvidenza”, accusato di essere uno dei più influenti boss della Piana di Gioia Tauro. Il decreto di scarcerazione è stato emesso dal Tribunale della Libertà di Reggio Calabria che ha accolto il ricorso avanzato dai legali Guido Contestabile e Domenico Alvaro.

 


Mazzaferro era stato arrestato nell'ambito dell'inchiesta coordinata dalla Dda reggina, denominata “Provvidenza”, e condotta dai Carabinieri del comando provinciale nel gennaio dello scorso anno, accusato di "aver agito in nome e per conto dei vertici assoluti della famiglia Piromalli, ideando vere e proprie speculazioni immobiliari nell'interesse dei medesimi e di tutta la cosca, come quella avete ad oggetto svariati ettari di terreno siti in contrada Filaruso di Gioia Tauro. Inoltre- è riportato sempre nel capo d'accusa -contribuiva a tenere i rapporti con le altre famiglie della Piana di Gioia Tauro come i Crea di Rizziconi ed interveniva, in nome e per conto della cosca Piromalli a dirimere i contrasti interni".

 

Nei giorni scorsi inoltre, la Procura di Palmi ha notificato a Teodoro Mazzaferro  l'avviso di conclusioni delle indagini preliminari nell'ambito del procedimento volto a fare luce sull'omicidio del barone Livio Musco, assassinato a Gioia Tauro il 23 marzo del 2013. Secondo la Procura, retta da Ottavio Sferlazza, Mazzaferro- difeso dai legali Contestabile e Domenico Putrino- avrebbe ucciso l'anziano barone insieme a Domenico Berdji Musco, nipote della vittima (indagato anche lui a piede libero). Mazzaferro, per questi fatti, era stato arrestato dai Carabinieri nell'ottobre del 2016 e scarcerato dopo pochi giorni dal Riesame. Per i magistrati di Palmi, il movente del delitto sarebbe da ricercare in un debito contratto tra vittima e assassino.

 

 

 

 

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