Gli inquirenti hanno ricostruito la dinamica e il possibile movente del tentato omicidio dell'imprenditore turistico di Gioia Tauro, salvo solo perché la pistola s’inceppò.
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Era il 24 giugno del 2015. A.C., 34enne originario di Gioia Tauro che nella zona di Santa Domenica di Ricadi gestisce l’attività turistica di famiglia, era a bordo di un’auto ferma a un passaggio a livello quando all’improvviso accosta una motocicletta. L’uomo alla guida della moto, volto scoperto, estrae una calibro 45, la punta contro il conducente ed esplode diversi colpi. C., nel tentativo di ripararsi, è raggiunto alla mano e alla spalla. L’arma però s’inceppa e l’imprenditore riesce a salvarsi. Del killer si perdono le tracce.
«Una scena da Far West». Così l’hanno definita gli inquirenti che oggi hanno esposto in conferenza stampa i risultati di un’indagine culminata ieri con l’arresto del presunto responsabile a Reggio Calabria: si tratta di Fabio Condoluci, un 44enne di Cittanova, anch’egli con interessi nel settore turistico lungo una delle coste più belle d’Italia.
Non si esclude che quel tentato omicidio possa essere maturato nell’alveo di contrasti tra le famiglie e riferibili alle attività imprenditoriali che le due famiglie portavano avanti attraverso villaggi turistici confinanti. Contrasti cruenti, che fanno parlare apertamente gli inquirenti di “faida” e spingono a denominare l’odierna operazione “Villaggio dei dannati”.