Assolto perché il fatto non sussiste dall’accusa più grave quella di tentato duplice omicidio per aver sparato all’indirizzo di un congiunto e del figlio di questi. Giovanni Gemelli, 40 anni, di Belcastro  è stato riconosciuto colpevole solo per detenzione e porto di pistola, e condannato a un anno e un mese di reclusione e 300 euro di multa, con i benefici della concessione della sospensione condizionale della pena e non menzione nel casellario giudiziale. La sentenza è stata emessa dal tribunale collegiale di Catanzaro (presidente Tiziana Macrì, a latere Anna Maria Raschellà e Graziella Costantino), che hanno “bocciato”la richiesta formulata dal pubblico ministero al termine della  requisitoria il 19 gennaio scorso, quando chiese al collegio di derubricare il reato di tentato duplice omicidio in minacce aggravate,  invocando la condanna dell’imputato a 1 anno e 8 mesi di reclusione e 6mila euro di multa. Mentre i difensori di Gemelli, gli avvocati Anselmo Mancuso e Domenico Chianese, avevano chiesto l’assoluzione dell’imputato per il capo d’accusa più, e la pena minima per il secondo capo relativo all’arma. E il collegio ha dato loro ragione. Gemelli è stato rinviato a giudizio il 26 giugno del 2013 con l’accusa di tentato duplice omicidio aggravato dai futili motivi, e di detenzione illegale e porto in luogo pubblico di pistola. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori l’uomo, nel primo pomeriggio di lunedì 28 gennaio 2013, a causa di alcuni dissidi familiari avrebbe sparato cinque colpi di pistola calibro 7.65 contro il suocero di sua cognata ed il figlio di questi per poi fuggire. Rintracciato dai Carabinieri nella notte, è stato tratto in arresto il 29 gennaio. In seguito, rispondendo alle domande del giudice, Gemelli ha respinto ogni accusa, spiegando di non avere frequentazioni o alcun dissapore con padre e figlio presunte vittime dell’attentato. Gemelli, dopo la convalida dell’arresto, è stato sottoposto alla custodia cautelare in carcere dove è rimasto fino al 6 marzo, quando il giudice gli ha concesso gli arresti domiciliari accogliendo la richiesta dei difensori Mancuso e Chianese.