«Il signore che è stato con lei in questi anni in questi giorni, il crocefisso che le è stato accanto chiede una professione di fede». Chiede una professione di fede don Giuseppe De Raco ai genitori di Sissy Trovato. Papà Salvatore e mamma Caterina, intanto, si aggrappano l’uno all’altra. È un giorno terribile per loro, mano nella mano tentano di farsi forza, stretti nell’abbraccio simbolico della loro comunità, degli amici di Sissy che negli ultimi due anni gli sono stati vicini.


È il giorno del cordoglio per tutti i taurianovesi. Serrande abbassate e lutto cittadino per i funerali dell’agente della polizia penitenziaria, morta due settimane fa dopo 26 mesi di coma. Le parole, seppure sentite e accorate del parroco del duomo, però, non riescono a lenire il dolore dei genitori, che hanno sperato fino all’ultimo di poter rivedere gli occhi e il sorriso della loro bambina. Il feretro percorre via senatore lo schiavo e giunge a piazza Macrì intorno alle 15. Ad attendere Sissy e la sua famiglia tantissimi cittadini, dentro e fuori la chiesa. Davanti al portone d’ingresso il picchetto d’onore del suo corpo, la polizia penitenziaria, che gli tributa l’ultimo e sentito saluto. Il parroco dice che «non c’è spiegazione per la morte». Lo sanno tutti quelli che vivono con passione l’ultimo saluto a Sissy, con gli occhi madidi e le lacrime che rigano il viso.


Sullo sfondo resta comunque la richiesta di giustizia che arriva dai tanti che non credono all’ipotesi di suicidio e ricordano la gioia di vivere e il sorriso di Sissy Trovato. Si attendono novità dalla Procura di Venezia sulle indagini. Pochi credono che Sissy abbia tentato di uccidersi quel maledetto 1 novembre 2016, mentre si trovava nell’ospedale di Venezia per accompagnare una detenuta che doveva partorire. La famiglia, i loro legali, il comitato civico nato per chiedere «verità e giustizia per Sissy Trovato» hanno combattuto negli ultimi due anni per avere una verità, «qualunque essa sia», ha dichiarato più volte al nostro network Salvatore Trovato.


«Oggi è un giorno difficile e straziante per tutti – ha detto Pina Pinto, vicepresidente del Comitato civico – ma noi continueremo a batterci per sapere la verità, avere giustizia. Sissy era una ragazza splendida, che amava la sua famiglia, i suoi amici, il calcio, la vita. Siamo sicuri che qualcuno l’ha uccisa ed è ancora a piede libero». «L’unica cosa che mi sento di dire – ha aggiunto Luigi Longo, il presidente della SD Rambla di Padova – l’ultima squadra di calcio in cui ha militato Sissy – che aveva un sorriso stupendo». Lo stesso pensiero di Gessica Gaigher, sua compagna di squadra a Padova. «Io e tutte le compagne – ha sottolineato mentre la folla con un applauso salutava il feretro – ci ricorderemo della sua gioia e del suo sorriso».


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