Un’odissea che dura da più di un mese e che non è ancora terminata e che ora approderà in Procura. Un’odissea fatta di ritardi, tamponi, esiti non comunicati, settimane che passano e una famiglia impossibilitata a tornare al lavoro o a scuola senza uno straccio di carta che ne spieghi le motivazioni. È allarmante ma, purtroppo, rispondente a quanto sta accadendo a diversi cittadini lametini e non solo, la disavventura di cui è protagonista un’intera famiglia di Lamezia Terme ed esposta in una lettera indirizzata all’ex sindaco Paolo Mascaro e al dipartimento di Prevenzione.

 


Tutto ha inizio il cinque novembre scorso quando una donna impiegata in una scuola viene posta in quarantena fiduciaria perché venuta a contatto con un positivo. La dirigente della scuola, si specifica nella lettera, manda più volte una pec al dipartimento comunicando i nominativi delle persone venute a contatto con il soggetto risultato affetto dal Covid. La signora pensa che a breve sarà sottoposta a tampone e rimane in casa tenendo con sé anche i tre figli di 11, 9 e 7 anni che frequentano la scuola. «Dopo circa una settimana, mio marito ha avvertito dolori influenzali e perdita del gusto. Abbiamo chiamato il medico curante che ha richiesto il tampone molecolare e dopo mille peripezie è riuscito a farlo il 16 novembre», spiega la donna.


«Da quel momento siamo stati abbandonati – denuncia ancora - nessuno ha comunicato l’esito del tampone, anzi a mio marito è stato detto che se non si riceve esito entro 48 ore ci si può ritenere “negativi”. Per diversi giorni siamo rimasti attaccati al telefono componendo tutti i numeri possibili di Lamezia Terme e Catanzaro, ma senza avere risposta. Poi per una conoscenza in ambito medico, abbiamo avuto in maniera ufficiosa l’esito del tampone che era positivo».


«Nonostante le mail inviate dal medico curante (ben 13) e quelle inviate personalmente nessuna risposta! Abbiamo aspettato il passare dei giorni, i bambini nel frattempo erano in ddi (didattica digitale integrata), io in quarantena fiduciaria, mio marito ha un’attività sua, senza che si muovesse foglia». Il primo dicembre, senza essere ancora riuscito ad avere l’esito ufficiale del primo tampone, l’uomo si sottopone a tampone di controllo e per la seconda volta l’esito perviene in via ufficiosa, è negativo.

 

«Sapendo di essere finalmente negativo mio marito si presenta personalmente negli uffici dislocati nel vecchio ospedale civile di Lamezia Terme per chiedere il documento che ne attestasse la sua “negatività” al Covid-19 al fine di poter rientrare a lavoro, ma senza risultato. Anzi - spiega ancora la donna- gli viene detto che finalmente erano riusciti a trovare l’esito del tampone del 16/11 nel quale era risultato positivo».

 


Ebbene se il marito della signora avesse dato ascolto a chi diceva che non essendo stato comunicato l’esito del test questo era negativo, avrebbe potuto contagiare altre persone. Assurdo che il risultato sia stato rinvenuto in occasione della richiesta di rilascio dell’esito del secondo tampone. Ma c’è di più. Le nuove linee guida prevedono che per i contatti di positivi dopo 14 giorni di isolamento si possa uscire, cosa che per fortuna la famiglia non ha fatto.

 

«Mio marito il cinque dicembre è riuscito a farsi inviare una mail con l’esito negativo del tampone molecolare e lunedì sette ha ripreso la sua attività lavorativa. Io e i bambini, invece, abbiamo aspettato fino al 10 dicembre, isolati dal resto del mondo e credetemi - dice la signora - non si parla di vivere ma di sopravvivere, per sottoporci a tampone (da linee giuda ci si sottopone a tampone trascorsi 10 giorni dall’ultimo contatto con la persona positiva). Ieri l’esito sempre in via ufficiosa. Uno dei miei bambini è risultato positivo».

 


«Ora vi rivolgo due semplici domande: che vogliamo fare giochiamo a guardie e ladri oppure volete comunicare a chi di dovere l’esito del tampone di modo che possa essere emessa ordinanza di quarantena per far sì che si possa giustificare il mio non rientro al lavoro di lunedì 14/12 e possa essere messa in condizioni di richiedere la dad per i miei figli? Attendo, anzi, pretendo risposta!».

 

«In assenza di risposta entro oggi 12 dicembre - avverte la signora -  sarò costretta a informare la Procura della Repubblica di Lamezia Terme del comportamento negligente di codesto dipartimento».