File chilometriche, anche di ore, tra Rende e Cosenza, per due popoli: quello dei tamponi e quello dei vaccini. Un’area urbana spaccata in due, in una regione che si è svegliata arancio ed è diventata rossa nel pomeriggio, tra chi spera di non aver contratto la malattia e chi spera di debellare la paura affidandosi alla scienza.

«Stanchi ma felici»

Questa mattina la lunga coda di auto, si snodava a serpentone nell’area mercatale, a Rende, sotto un sole di timida primavera. Chi è arrivato dopo gli altri è riuscito nell’impresa di sottoporsi all'esame del tampone solo a tarda ora. Dall’altra parte, siamo a Cosenza, dalle 15 la fila di macchine ha cominciato a riempire il ciglio della strada che costeggia l’ingresso dell’ospedale militare per ricevere il vaccino.

«Siamo in attesa da tre ore – dice una signora che fa parte del personale Ata di una scuola – ma mi ritengo fortunata a ricevere il vaccino». «Anche io sto aspettando dal primo pomeriggio, adesso sono le sei e mezza – dice una ragazza, insegnante – non so perché stanno tardando» e poi si guarda indietro sbirciando le tante macchine a motore spento in attesa di entrare nella tensostruttura militare. «Siamo tanti, forse per questo c’è tanta attesa, ma io sono contenta, voglio vaccinarmi, tutti devono farlo».