L’uomo, affetto da ludopatia, colpì ripetutamente con una mannaia la donna fino a decapitarla. Riteneva la vittima responsabile delle sue perdite al gioco
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La Corte d'Assise di Reggio Calabria ha disposto una perizia psichiatrica per verificare se Billi Jay Sicat, di origini filippine, fosse in grado di intendere e di volere quando, nel luglio del 2019, ha ucciso con una mannaia Mariella Rota, titolare di una tabaccheria in via Melacrino, nel pieno centro cittadino. Nell'udienza fissata per il 7 dicembre ci sarà il conferimento dell'incarico al perito. Oggi l'imputato, con l'aiuto di un interprete, è stato interrogato. Difeso dagli avvocati Demetrio e Mariateresa Pratticò, Sicat ha risposto alle domande del pm Giulia Maria Scavello e della presidente della Corte d'Assise Ornella Pastore. Sicat, che aveva già confessato l'omicidio nel momento dell'arresto, ha ribadito di essere stato lui l'autore.
«Mi sono procurato l'arma - ha detto l'imputato e volevo ucciderla perché ero arrabbiato. Quando ho visto tutto quel sangue, ho avuto paura e ho pulito tutto». Stando alla ricostruzione della squadra mobile, che ha condotto le indagini, Sicat era un ludopatico, un cliente abituale della tabaccheria della vittima. Giocava regolarmente a Lotto e perdeva. Secondo gli investigatori, avrebbe ucciso Mariella Rota per giustificare con sé stesso le continue perdite di denaro, frutto del lavoro della moglie. In sostanza imputava alla donna la responsabilità dei soldi persi al gioco.
Durante l'udienza, il pm Scavello ha affermato che «dalla dinamica dell'omicidio ricostruita in modo così chiaro, c'è la prova analitica della premeditazione. Quello della signora Rota è stato un omicidio premeditato». La pensa diversamente la difesa che, pur ammettendo che si tratta di «processo chiuso, bisogna capire fino a che punto Billi Jay Sicat è consapevole di ciò che ha fatto».