«Sono esterrefatta di non vedere nessun rappresentante del Governo, qui. La visita improvvisata e alla chetichella del ministro Piantedosi, venerdì scorso, è sintomatica dell’indifferenza del Governo nei confronti di quasi cento persone morte, dei sopravvissuti, delle famiglie che oggi sono qui. Davvero triste e preoccupante». È amareggiata e non fa nulla per nasconderlo, Laura Boldrini, ex presidente della Camera arrivata a Cutro ad un anno esatto dalla strage di Steccato in cui rimasero uccisi almeno 94 migranti in quella che rimane la più grande strage migrante della storia della Calabria. 

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Amareggiata e delusa così come l’europarlamentare Pietro Bartolo, ex sindaco di Lampedusa e da sempre in prima fila nell’accoglienza ai migranti: «Bisogna cambiare marcia, decisamente – dice a LaC – quello migratorio non è un fenomeno di destra o di sinistra, bisogna uscire da queste catalogazioni, stiamo parlando di persone non di semplici numeri. Persone che chiedono solo di poter scappare da situazioni insostenibili e che vorrebbero non dover affidarsi alle organizzazioni criminali per affrontare il viaggio fino in Europa. Servono i corridoi umanitari. E quando qualcuno ci viene a dire – dice ancora puntando l’indice sulle politiche del Governo Meloni – che bisogna fare la lotta ai trafficanti, l’unica risposta che possiamo dargli è di favorire gli ingressi regolari. È l’unica cosa che può fermare i morti».

E se le bacchettate al Governo non sono mancate, la rappresentante del Comitato per i diritti umani nel mondo della Camera, Boldrini, si è invece stretta ai sindaci di Crotone e Cutro, che quel carico di morti il 26 febbraio dello scorso anno se lo sono ritrovati in faccia in una giornata di tempesta e pioggia come quella di oggi. Una vicinanza manifestata con la visita al “giardino di Alì”, la villetta appena inaugurata con la piantumazione di 94 piante, una per ogni vittima recuperata, e intitolato al bimbo più piccolo morto nel naufragio di Steccato.

«Sono stati giorni durissimi quelli del 26 febbraio dell'anno scorso -. ha detto il sindaco di Crotone, Vincenzo Voce - ma i calabresi, i crotonesi hanno dato prova di una solidarietà e di una umanità straordinaria. Il giardino è bellissimo, abbiamo voluto dedicarlo ad Alì, un bambino che era rimasto uno dei pochi senza nome ma era solo identificato con la sigla KR16M0. A lui abbiamo pensato per realizzare un luogo che simboleggia, attraverso gli alberi che abbiamo piantato, la rinascita della città».

Dopo la breve cerimonia di inaugurazione, Boldrini e Bartolo sono arrivati poi a Cutro per una breve visita prima in Comune per ringraziare il sindaco e il Consiglio comunale per quanto fatto nei giorni successivi al naufragio e poi nel nuovo cimitero islamico che il Comune ha predisposto per l’ultimo riposo di 9 delle vittime della Summer Love.