Il 17 novembre del 1951 il crollo di un ponte tra Pizzo e Vibo Marina fece precipitare il trenino che passava di lì proprio in quel momento. Una ferita ancora aperta per il territorio
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Era il 17 novembre del 1951 quando il ponte Ciliberto che collegava Pizzo e Vibo Marina crollò, facendo precipitare rovinosamente la Littorina che era di passaggio proprio in quel momento. In nove persero la vita: Giuseppe Carbone, Antonio Cichello, Michele Comito, Giuseppe Francolino, Giuseppe Fresca, Clementina Gradia, Francesco Mamone, Francesco Mazzitelli, Bernardo Vero.
Nomi oggi impressi su una targa, installata tre anni fa vicino al luogo della tragedia: perché nonostante siano passati 73 anni, quella che è passata alla storia come la strage della Littorina è ancora una cicatrice indelebile per il territorio vibonese.
Quella mattina a bordo della Littorina, diretta a Vibo Marina, viaggiavano soprattutto lavoratori in procinto di raggiungere come ogni mattina la propria postazione. La caduta del ponte non lasciò scampo a nove di loro, otto uomini e una donna. Quest’ultima, Clementina, era sulla Littorina insieme a sua figlia 19enne Melina, che oggi è l’ultima sopravvissuta in vita.
Due anni fa è stata proprio lei a raccontare davanti alle telecamere di LaC quella maledetta mattina del 17 novembre 1951 in cui vide morire la sua mamma. «Quando lei si è resa conto che io ero viva, ha gridato “Melina mia, Melina mia, avvicinati che voglio darti l’ultimo bacio”. Ma non potevo avvicinarmi per le ferite. Cercavo di muovermi ma non riuscivo. Lei si accorse che ero viva e le bastò, subito dopo ha smesso di parlare», ha raccontato Melina, oggi di 93 anni, al videoreporter Saverio Caracciolo.
Ne è nato un docufilm dal titolo appunto “L’ultimo bacio non dato”, che è possibile rivedere su LaC Play (CLICCA QUI).