Ponti chiusi o pericolanti, piani stradali che franano verso valle, strade inibite al traffico da anni. Da nord a sud, dal tirreno allo ionio, la rete viaria gestita dalla città metropolitana di Reggio Calabria è un vero e proprio disastro. Un'emergenza che nega non solo il diritto ai cittadini di potersi muovere liberamente, ma che limita anche le possibilità di crescita delle aziende sparse sul territorio provinciale, alle quali però la politica chiede investimenti e innovazione per uscire dai confini regionali. Le condizioni in cui versano le vie di comunicazione allora stridono con i proclami di chi parla di sviluppo e investimenti e abbandona pezzi di territori e economia al proprio destino.

 

«Il prezzo più alto per le condizioni in cui versano le strade provinciali – dichiara Demetrio Marino, consigliere metropolitano con delega alla Viabilità – lo pagano i cittadini della nostra provincia. Nelle ricognizioni fatte con i tecnici e i sindaci, negli ultimi sei mesi, è emersa una situazione preoccupante. I danni maggiori si riscontrano su arterie e ponti danneggiati nelle alluvioni del 2014. Come si capirà l’ammontare dei danni è ingente».

 

Il lento ma inesorabile declino della rete viaria provinciale dipende, soprattutto, dal taglio drastico dei fondi governativi destinati alle province. «Per gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria abbiamo a disposizione – aggiunge Marino – poco più di un milione di euro a fronte dei 18 delle Province nel 2014».

 

Fondi che naturalmente non bastano alla manutenzione ordinaria di una rete viaria senza particolari criticità, figurarsi in quella della provincia reggina dove servirebbero massicci investimenti per diversi anni. E gli interventi tampone vengono spazzati via ogni volta che un temporale si abbatte sul territorio.

 

A ogni pioggia, le strade provinciali, soprattutto nel versante tirrenico, sono un susseguirsi di cumuli di fango, detriti e frane. Moltissime arterie di competenza della Metro City sono un susseguirsi di reti arancioni che segnalano parti di carreggiata franati o in procinto di franare. Le ispezioni di tecnici e politici, al momento, non hanno prodotto nessun miglioramento sostanziale in mancanza di fondi adeguati per intervenire.

 

«Abbiamo stilato un cronoprogramma – prosegue il consigliere metropolitano – per fino al 2023, chiedendo al Ministero un aiuto per fare fronte alle emergenze. Necessitano circa 16-17 milioni, partendo da oltre un milione di euro quest’anno e 3 milioni e 400mila euro dal 2019 al 2023». Saranno sufficienti per rimettere in sesto il malandato sistema viario provinciale? «No – sottolinea Marino – ma la situazione da cui partiamo è molto difficile».

 

Un capitolo a parte infine meriterebbe l’appalto siglato nel 2014 dalla provincia con l’Avr e sui controlli fatti negli ultimi anni sul suo operato. «Evidentemente – conclude il consigliere metropolitano – qualcosa in quell’appalto non ha funzionato, visto lo stato delle nostre strade, ma gli uffici stanno predisponendo un nuovo bando cercando di riempire i vuoti lasciati dal procedente».