La cappella cimiteriale forzata, una croce nera disegnata con una bomboletta spray a imbrattare la lapide di uno dei loculi. È stata profanata così, all’interno del cimitero di Stefanaconi, la cappella di famiglia di Saverio Franzè, ex sindaco del centro alle porte di Vibo Valentia, recentemente scomparso.

 Il fatto, scoperto dal tutore dell’ex amministratore, deceduto il 30 gennaio scorso all’ospedale di Germaneto all’età di 76 anni, è stato puntualmente denunciato ai carabinieri della Stazione di Sant’Onofrio. Nei giorni scorsi, un’effrazione in piena regola e in pieno giorno aveva interessato anche l’abitazione del già segretario provinciale del sindacato Snal. 

Leggi anche

Ferma la condanna dell’Amministrazione comunale, che ricorda proprio quest’ultimo episodio: «è la seconda volta, nel giro di un mese, che la memoria di Saverio Franzè viene profanata. Un atto ignobile come ignobile è colui che nei giorni ha pensato bene di disegnare con una bomboletta di colore nero una croce sulla lapide dell’ex sindaco di Stefanaconi. Nelle scorse settimane altro spregevole episodio, ignoti si sono introdotti nella sua villa, peraltro nel cuore del giorno, manomettendo le telecamere di sorveglianza. Non si conoscono i motivi di tale accanimento, speriamo siano gli investigatori a fare piena luce quanto prima e restituire ad un uomo perbene, che non ha mai avuto dissidi con alcuno in vita sua, l’eterno riposo». 

Dure le parole dell’attuale primo cittadino Salvatore Solano: «La vigliaccata compiuta nei confronti del defunto Sindaco, Saverio Franzè, offende l’intera comunità.  Non lasceremo nulla al caso - continua il primo cittadino - perché non siamo disposti a subire atti di inciviltà che possano turbare la serenità e la tranquillità di un paese che con tanti sacrifici è riuscito ad affrancarsi dagli anni bui del passato».