In che mani siamo? È la domanda che si sono fatti migliaia di calabresi quando si sono imbattuti nell’ultimo post del governatore facente funzioni. Intanto la Calabria resta ultima in Italia per dosi di vaccino somministrate
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In che mani siamo? La domanda sorge spontanea, avrebbe detto Antonio Lubrano, che ogni buon boomer ricorda.
In che mani siamo finiti? Occorre ribadire l’interrogativo per rendere lo sconcerto che ha colto chiunque abbia avuto l’occasione di incappare nell’ultimo post di Nino Spirlì, presidente facente funzioni (locuzione che ormai assume sinistri significati, sia con riferimento a quel “facente”, sia a quelle insondabili “funzioni” a cui crede di assolvere). Ebbene, convinto che il mondo ruoti intorno a Facebook e Facebook ruoti intorno a lui, Spirlì ha pubblicato due righe di ordinaria follia nazionalpopolare, che riportiamo pedissequamente con tanto di maiuscole: «SCUOLE PER MAGGIORE SICUREZZA, per favore comunicatemi le scuole dei vostri figli chiuse per contagi dal 1 gennaio 2021. Grazie».
Sorvolando sulla forma, il pittoresco facente funzioni chiama a rapporto i genitori e chiede loro informazioni di cui dovrebbe essere, in teoria, già in possesso. Non si spiega, altrimenti, su quali elementi rediga ed emani le sue ordinanze, che puntualmente annuncia con immancabili dirette social. Non si spiega, altrimenti, che ci faccia al decimo piano della Cittadella da dove guida la Regione Calabria, se neppure sa quali scuole siano state costrette a confrontarsi con contagi più o meno diffusi da imporre la chiusura.
No, lui lo chiede ai genitori, “per maggiore sicurezza”, che non si capisce, tornando alla forma, se alluda alla sicurezza degli alunni e del personale scolastico, oppure alla sicurezza delle informazioni che, sempre in teoria, dovrebbe già avere.
Insinua, Spirlì, che i suoi uffici, le Aziende sanitarie provinciali, il Dipartimento regionale della salute, l’Ufficio scolastico regionale (quello che un tempo si chiamava Provveditorato) siano popolati da nullafacenti o, nella migliore delle ipotesi, da incompetenti che lo costringono a rivolgersi al “Popolo del web” per avere informazioni e riscontri veritieri.
Si rivolge ai suoi follower Spirlì, forse convinto che in quei mille like scarsi che ha accumulato in 4 ore di pubblicazione (il momento in cui scriviamo) si concentri l’intero popolo calabrese, con tutte le sue paure, le sue incertezze e aspettative. Il risultato è una shitstorm che lo travolge con commenti a dir poco critici che doppiano i like in breve tempo: «Come siamo ridotti male…»; «Siamo ufficialmente alla frutta... Ma non si vergogna a non avere un quadro ufficiale dagli organi preposti?»; «Mi sembra la commedia dell’assurdo! Un Governatore che chiede queste cose su Facebook»; «Questi dati dovrebbe chiederli a chi di dovere e non sui social. La salute è cosa seria».
Il tono di quasi tutti è questo, tra lo sconcerto e la censura aperta di un metodo che riduce ai minimi termini la credibilità delle Istituzioni, a cominciare da quella che Spirlì presiede, la Regione appunto.
Molti utenti, ormai rassegnati al fatto che la realtà abbia superato da un pezzo la fantasia, hanno preferito ricorrere al sarcasmo: «Per maggiore sicurezza converrebbe chiederlo anche su Instagram e Tik Tok»; «Complimenti per il suo metodo di lavoro: serio, efficiente, sicuro»; «FF ma ci sei o ci fai?»; «Wow! Monitoraggio affidato ai social... Ora sì che mi sento sicuro!!!».
Piccato, dopo qualche ora di sbertucciamento, il facente funzioni ha integrato il post iniziale con un’aggiunta che riportiamo, anche questa, integralmente: «Leggo commenti, come capita a volte, che non solo dissentono, ma ironizzano: vuol dire che abbiamo colto nel segno. La voce dei GENITORI disturba. Non me. A me interessa. E confronterò i dati ufficiali con le segnalazioni date dalle Famiglie. Nelle Quali credo moltissimo». Insomma, Spirlì, che a quanto risulta non ha figli, sembra ignorare completamente quali lacerazioni e conflitti stia causando questa situazione nelle famiglie, con figli e genitori che spesso si ritrovano su barricate opposte e intercambiabili, a difendere posizioni sempre claudicanti, comunque la si pensi. Non sa, Spirlì, che migliaia di studenti, padri e madri attendono la sua diretta Facebook per sapere se la scuola continuerà in presenza o in Dad, rimanendo ogni volta delusi dalla superficialità e dall’approssimazione di un messaggio che sembra solo a caccia di “mi piace” e non ha nemmeno un’ombra di autorevolezza istituzionale.
In una regione che ad oggi risulta ancora ultima in Italia per dosi di vaccino somministrate (100.253 su 172.280 consegnate, pari ad appena il 58,2 per cento) e dove gli ultraottantenni sono costretti ad ammassarsi in fila per ore sotto i portici del Consiglio regionale (Sic!) per ricevere la propria iniezione salvavita, previa compilazione a penna dei moduli cartacei necessari, Spirlì si preoccupa invece di lanciare improbabili sondaggi social per rimestare nel disagio di centinaia di migliaia di famiglie che oltre al Covid devono fare i conti anche con l’incertezza epocale che minaccia il futuro dei propri figli.