VIDEO | Il presidente facente funzioni ha eliminato dal suo profilo social il post nel quale puntava il dito contro chi aveva osato fargli notare che la sua ordinanza sulla zona rossa era sbagliata. Ma non è sfuggito alle critiche
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Lo diciamo subito, prima che lo dica il facente “finzioni”: è una cazzata. È una bazzecola in Italia, e a maggior ragione è tale se succede in Calabria, dove la realtà ha superato la fantasia da un pezzo e dove tutto è possibile, anche che la Regione venga governata da un presidente per caso che ha scambiato il suo profilo social per il confessionale del Grande fratello.
E veniamo alla cazzata. Oggi, Nino Spirlì, presidente facente funzioni della Calabria, ha prodotto l’ennesima diretta facebook. Interno auto. Primo piano dal cruscotto dove è incastonato il cellullare che riprende e registra. In apertura, il “buona Domenica delle Palme” a tutti, urbi et orbi, come il Papa. Ma subito arriva il cliffhanger, l’annuncio della rilevazione che verrà, cioè la verità sulla possibilità per bar e ristoranti di fare attività d’asporto. Seguono altri convenevoli, altre rimandi alla Settimana santa, ricchi premi e cotillon agli utenti che lo stanno guardando.
Poi entra nel merito e attacca chi ha osato mettere in dubbio che la sua ultima ordinanza fosse sbagliata, la numero 19 del 27 marzo 2021, che recepiva il Dpcm Draghi sulla zona rossa anche in Calabria. Il punto è questo: nell’ordinanza firmata da Spirlì c’è scritto che è stabilita “la sospensione delle attività commerciali al dettaglio, fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità e la sospensione delle attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie), restando consentita la sola ristorazione con consegna a domicilio”. Sembra chiaro: è consentita solo l’attività di consegna a domicilio, non l’asporto, sebbene il provvedimento nazionale lo permetta. Giustamente gli esercenti si sono ribellati. Con loro le associazioni di categoria e una manciata di politici del fronte opposto a quello in cui milita Spirlì (Lega).
«Lunedì che succede? L’asporto in Calabria è consentito o no? Spirlì chiarisca». A queste legittime obiezioni e richieste, il presidente ff ha reagito con la diretta facebook di ordinanza, accusando chi osava domandare di voler rimestare nel torbido. «L’ordinanza è chiara – ha detto Spirlì dalla sua auto – perché ha recepito per intero il Dpcm. L’asporto è consentito». Ma per tagliare la testa al toro ha annunciato che la Regione avrebbe emanato una nota integrativa per dirimere definitamente la questione (cosa avvenuta). Insomma, il classico esempio di “excusatio non petita, accusatio manifesta”.
In conclusione, bar e ristoranti possono legittimamente svolgere attività d’asporto (cioè vai là, ordini e porti a casa) anche in zona rossa, checché ne dica l’ordinanza firmata dallo stesso Spirlì.
Ora, tutto questo “teatro” è andato in onda in diretta social mentre Spirlì questa mattina era in auto. A chi ha visto il video non è sfuggito che il presidente ff non indossava la cintura di sicurezza, che comunque si dipanava dietro la sua schiena ed era innestata per evitare il fastidioso allarme acustico che si attiva quando il dispositivo di sicurezza non è regolarmente allacciato. Le critiche sono piovute copiose. In tanti hanno evidenziato che predica bene e razzola male. «Se è il primo a non rispettare le regole, cosa si aspetta?». Questo il senso di moltissimi commenti. Infastidito dal fatto di essere stato colto in fallo, Spirlì ha deciso di cancellare il video (ma noi un pezzetto l'abbiamo salvato), che non è più presente su facebook.
Dunque, come si diceva all’inizio, è una cazzata. In Calabria, almeno. In altre realtà sarebbe costata la poltrona, Covid o non Covid.