Nella regione un nucleo su tre non riesce a sostenere un acquisto non preventivato di mille euro. I cittadini più indebitati sono quelli di Catanzaro seguiti da quelli di Cosenza
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Oltre un terzo della popolazione maggiorenne (il 33,7%) ha sottoscritto almeno un contratto di finanziamento e ogni mese deve far fronte a rate per un importo di 291 euro. L’indagine sugli italiani e il risparmio, (realizzata da Acri insieme ad Ipsos), che sarà presentata oggi a Roma in occasione della 95ª Giornata mondiale del risparmio, è impietosa: in Calabria un nucleo familiare su tre rischia di non poter sostenere una spesa non preventivata di mille euro, con conseguenze devastanti che si riflettono non solo sulla possibilità di acquistare beni e servizi, ma anche sulla necessità di curarsi in modo adeguato nel caso ce ne fosse bisogno. Una situazione al limite e in netto contrasto con quanto si verificava in passato, quando al prestito si ricorreva solo per comperare la casa o la macchina.
La metamorfosi dei debiti
«Siamo dinnanzi ad una sorta di metamorfosi dei debiti – è stato infatti il commento di Francesco Di Lieto, vicepresidente nazionale del Codacons. Oggi si ricorre alle rate per qualsiasi cosa, dal telefonino al computer, dalla culla alla bara, per una cerimonia o per affrontare quelle cure sanitarie che dovrebbero essere fornite gratuitamente dal servizio sanitario. Non a caso al primo posto delle forme di indebitamento ci sono i prestiti finalizzati».
I catanzaresi i più indebitati
I prestiti per l’acquisto di beni e servizi quali mezzi di trasporto, elettrodomestici, spese mediche, arredamento, viaggi, incidono per il 53,3% sul totale e sono in netto aumento; al secondo posto si collocano i prestiti personali, pari al 32,9% e solo al terzo i mutui per l’acquisto dell’abitazione, prestiti, questi, che incidono solo per il 13,8% e che sono in forte diminuzione, segnale evidente di una crisi ancora ben lontana dall’essere passata.
I cittadini che ogni mese sostengono la rata media più elevata sono quelli che vivono in provincia di Catanzaro (€ 314), segue la provincia di Cosenza (€ 300), quindi Crotone (€ 286), Vibo Valentia (€ 284) e, infine, Reggio Calabria (€ 270). I Calabresi più indebitati sono quelli che vivono in provincia di Catanzaro (36,7%) e devono restituire mediamente 23.987 euro a testa. Quindi chi vive a Cosenza che dovrà restituire 23.159 euro, poi Crotone e Vibo Valentia con debiti di 22.278 euro e 20.621 euro. I meno indebitati si trovano nella provincia di Reggio Calabria con “appena” 19.440 euro a testa. In vetta alla classifica dei finanziamenti per acquistare beni e servizi c’è Vibo Valentia (56,5%). Per quanto riguarda i prestiti personali la provincia di Reggio Calabria fa registrare il dato più elevato (35,9%), mentre Cosenza è la provincia con il più alto numero di mutui (15,9%). Se a questi dati aggiungiamo che nonostante il potere d’acquisto delle famiglie sia diminuito, i consumi rimangono invariati, viene fuori un fenomeno destinato ad avere gravi contraccolpi.
L’allarme del Codacons
«Si tratta di una bomba ad orologeria – sostengono dal Codacons – visto che le famiglie, per sopravvivere, continuano ad indebitarsi. Con il rischio che, prima o poi, ci si ritrovi nelle condizioni di non poter più andare avanti. Per questo motivo il Codacons invoca un sostegno concreto per le famiglie che, con i loro consumi, rappresentano circa il 60% del Pil. Occorre pensare, ad esempio, alla sospensione con prolungamento di tutti i finanziamenti per aiutare chi versa in una condizione di difficoltà economica, come accaduto per le Pmi. Ovvero intervenire per “imporre procedure di conciliazione” per scongiurare le segnalazioni in centrale spesso effettuate con estrema disinvoltura da parte degli istituti di credito, segnalazioni che finiscono per decretare la “morte” sociale di un cittadino, per l’impossibilità di accedere a qualsiasi forma di prestito. In sostanza - conclude Di Lieto - consentire queste pratiche triplo spesso illegali, finisce per consegnare nelle mani degli usurai tanti cittadini colpevoli solo di trovarsi in difficoltà».