Droga nel Vibonese, gli indagati annotavano anche le targhe delle auto dei carabinieri FOTO - VIDEO

L’operazione “Roba di famiglia” ha portato alla luce una fitta rete di spaccio. La sostanza stupefacente venduta anche a minori
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di G. B.
11 aprile 2018
14:59

Una fitta rete di spacciatori di marijuana, hashish e cocaina attiva nel Vibonese ed in particolare nei comuni di Zungri, Zambrone, Zaccanopoli, Briatico, Parghelia, Cessaniti, Rombiolo e Tropea. Quattordici indagati in totale, sei finiti agli arresti domiciliari e due con l’obbligo di dimora. “Roba di famiglia” l’hanno chiamata i carabinieri che questa mattina hanno eseguito le misure cautelari emesse dal gip del Tribunale di Vibo Valentia per un’inchiesta coordinata dal pm Concettina Iannazzo. Un’attività investigativa durata quasi un anno e partita nel gennaio 2017 con l’arresto di Vincenzo Prostamo per poi allargarsi agli centri del Vibonese. L’attività intercettiva ha fatto il resto, permettendo ai carabinieri della Stazione di Briatico prima e poi ai militari dell’Arma del Nucleo operativo e Radiomobile della Compagnia di Vibo, di ricostruire diversi episodi di spaccio.

Annotavano le auto private dei militari

Gli indagati sarebbero arrivati ad annotare sinanche le targhe delle auto private dei carabinieri  della Stazione di Zungri per capire chi di loro fosse in servizio. Fra gli arrestati, anche Angelo Accorinti di Zungri, figlio di Pietro e nipote di Giuseppe Accorinti, ritenuti dagli inquirenti i vertici dell’omonimo clan della zona del Poro. Un ruolo importante nello spaccio avrebbe avuto anche Andrea Caglioti di San Giovanni di Zambrone e Pino Fusca di Cessaniti. La sostanza stupefacente sarebbe stata ceduta pure a ragazzi minorenni.  Alcuni acquirenti e consumatori si sarebbero sentiti male per via del taglio cattivo della sostanza stupefacente acquista dagli spacciatori.


Lo spaccio in struttura ricettiva

Nella zona di Zambrone i Caglioti per l’attività di spaccio si sarebbero serviti di alcune villette di una struttura ricettiva, pensando così di essere lontani da occhi indiscreti o, al limite, poter far ricadere la responsabilità dell’eventuale ritrovo di sostanze stupefacenti sugli ignari frequentatori dei luoghi. Antonio Alessandria di Zungri (uno degli arrestati finiti ai domiciliari) negli ultimi tempi di era trasferito a Nerviano, in provincia di Milano, pensando così di sfuggire all’attività investigativa dei carabinieri della Stazione di Briatico, guidati dal maresciallo Angelo Rigaglia, e dei militari dell’Arma del Norm guidati dal tenente Luca Domizio. Un contributo importante alle indagini è stato fornito anche dal maresciallo Marco Albano della Stazione di Briatico, poi passato al Nucleo Operativo.

Indagato anche un culturista di Briatico

Fra gli acquirenti (ed indagato a piede libero per spaccio), anche un culturista, Vincenzo Runca di Briatico, mentre l’attività investigativa ha portato a scoprire che un congiunto di Andrea Caglioti forniva dalla Lombardia i semi di marijuana da piantare poi nel Vibonese. A sottolineare in conferenza stampa la perfetta sinergia fra le Stazioni dell’Arma ed il Nucleo Operativo e Radiomobile, il capitano della Compagnia dei carabinieri di Vibo Valentia, Piermarco Botrettaz.

Giornalista
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