Il processo contro Sandro Principe e gli altri politici coinvolti nell’inchiesta “Sistema Rende” si dovrà rifare, ripartirà dall’Appello. Lo ha stabilito nelle scorse ore la Corte di cassazione con una sentenza che annulla le assoluzioni, sancite sia in primo che in secondo grado, dell’ex leader socialista, del già sindaco della città Umberto Bernaudo e degli allora assessori Pietro Ruffolo e Giuseppe Gagliardi.

I giudici romani hanno accolto il ricorso della Procura generale che lamentava una carenza di motivazioni nella precedente sentenza che scagionava gli imputati dalle accuse di concorso esterno in associazione mafiosa, voto di scambio e, per quanto riguarda il solo Gagliardi, corruzione. A seguito dell’annullamento con rinvio decretato dalla Suprema Corte, si prospetta un replay del processo d’Appello da celebrare a Catanzaro, mentre l’ombra della prescrizione incombe su buona parte dei reati in contestazione.

L’ipotesi che la Dda porta avanti da più di un decennio è che Principe e gli altri politici abbiano costruito parte delle loro fortune elettorali godendo dell’appoggio del clan Lanzino, in particolare della costola rendese guidata da Adolfo D’Ambrosio. Diverse, in tal senso, le competizioni finite nel mirino dei magistrati, a partire dal 1999 e almeno fino al 2011.