Una decina di donne, madri di studenti di Longobucco, hanno manifestato stamane davanti alla sede del provveditorato provinciale di Cosenza per chiedere il ritiro della decisione di non costituire la prima classe dell'Ipsia. Accanto alle donne c'era anche Giovanni Pirillo, sindaco della cittadina che rischia un inasprimento delle condizioni di isolamento dopo il crollo del viadotto "Ortiano 2", lungo la strada statale 177 Dir.

«Si tratta di una scelta scellerata – ha sostenuto il primo cittadino – perché significa non dare la possibilità a dodici ragazzini, tra cui due disabili, di frequentare la scuola ma di essere costretti a trasferirsi a Rossano o a Cosenza. Questo significa svegliarsi alle 5 del mattino per essere in classe alle 8. I genitori mi hanno comunicato che se la classe non sarà costituita se ne andranno, cioè 12 famiglie lasceranno il paese. Al danno si aggiunge la beffa».

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Le mamme chiedono che ai propri figli sia garantito il diritto allo studio e «l'intervento di tutte le istituzioni per evitare questa situazione».

«Mentre eravamo qui – ha poi aggiunto Pirillo – in attesa di avere risposte qualcuno dall'interno ci ha lanciato addosso un uovo. Come si può pensare un gesto simile, un atto grave contro delle mamme che si battono per tutelare il futuro dei loro figli, ragazzini di 14 anni».

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Secondo quanto riferito dal sindaco, sono state inviate più richieste di confronto ma dal Provveditorato nessuna risposta, «forse un incontro giovedì prossimo – ha concluso – ma non saremo più dieci persone, verrà tutto il paese a protestare».