Incubo per un 23enne: sequestrato, malmenato e trattato come un cane

Quattro ore di inferno per un giovane di Santa Maria del Cedro, costretto ad abbaiare con una cintura legata al collo. I presunti responsabili ai domiciliari
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di Salvatore Bruno
14 aprile 2018
21:53

Sequestrato per quasi quattro ore in auto, picchiato in spiaggia fino a far mancare il respiro, e portato in piazza con la cintura legata al collo, costretto a camminare a quattro zampe e ad abbaiare come un cane. E' finita con due arresti una storia di violenza verso un giovane di 23 anni, ritenuto dagli aggressori responsabile di un danneggiamento in una proprietà di uno dei due.

Caricato in auto con la violenza

Le indagini, effettuate dai carabinieri della stazione di Santa Maria del Cedro, coordinati dal comandante della compagnia di Scalea, tenente Daniele Nardone, hanno portato al fermo di due persone di Santa Maria del Cedro, un quarantenne ed un ventenne, uno dei quali con precedenti, entrambi poste agli arresti domiciliari con l'accusa di sequestro di persona, minacce e lesioni personali. L’allucinante vicenda risale a domenica 18 marzo. Secondo la ricostruzione dei militari la vittima sarebbe stata fermata, mentre si recava in chiesa a Marcellina, frazione della cittadina del Tirreno cosentino, da un uomo che l’avrebbe costretto a salire in auto picchiandolo più volte al capo e alla nuca. L'avrebbe poi costretto a picchiarsi da solo, facendo anche delle tappe con l'auto e deridendolo davanti ad altre persone.


Costretto a camminare a quattro zampe e ad abbaiare

In spiaggia lo avrebbe buttato sulla sabbia e tenuto fermo con le ginocchia fino a fargli mancare il respiro. L'azione sarebbe poi proseguita in piazza, nella frazione di Marcellina, dove il giovane sarebbe stato costretto, con la cintura legata al collo, ad abbaiare e a muoversi come un cane. Poi è stato finalmente liberato. Il 23enne, traumatizzato dalla grave aggressione, non ha denunciato subito il fatto. Sarebbe rimasto per diversi giorni chiuso nella propria abitazione, decidendosi infine a raccontare l'accaduto ai carabinieri. Le forze dell’ordine hanno confutato la denuncia, ascoltando alcuni testimoni. Gli aguzzini infatti, non si sarebbero fatto scrupolo di umiliare la loro vittima davanti ad altre persone, senza che nessuno, peraltro, si sia sentito in dovere di intervenire. Il gip di Paola, sulla base del quadro indiziario raccolto, ha convalidato il fermo disponendo i domiciliari.

Giornalista
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