I cacciatori potrebbero rispondere dei reati di: utilizzo di disposo dei richiami elettroacustici, esercizio della caccia nei periodi vietati e abbattimento di specie protette
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I militari delle stazioni carabinieri forestale di Melito di Porto Salvo e di Brancaleone, insieme al nucleo Cites di Reggio Calabria, hanno denunciato all’autorità giudiziaria 8 persone, colte in flagranza di reato. I trasgressori dovranno rispondere degli illeciti: utilizzo di disposo dei richiami elettroacustici, esercizio della caccia nei periodi vietati e abbattimento di specie protette.
Nelle scorse settimane erano stati intensificati i controlli nella fascia ionica reggina, dove, come da tradizione, veniva operato il reato della caccia con l’ausilio dei richiami elettroacustici per l’avifauna, un metodo espressamente vietato per legge. Le modalità di caccia con i richiami acustici sono sempre le stesse: il dispositivo riproduce il verso delle possibili prede che, così attirate, vengono facilmente abbattute dal cacciatore appostato nei pressi.
Sono stati deferiti all’autorità giudiziaria B. A. classe 1959 e L.S. classe 1976, entrambi residenti a Condofuri (RC), sorpresi ad utilizzare i richiami acustici vietati. Ai soggetti è stato sottoposto il sequestro di due fucili da caccia con relativo munizionamento e 4 richiami elettroacustici vietati, oltre a numerosi esemplari di avifauna protetta già uccisa.
E.G. classe 1971, B.F. classe 1964, entrambi residenti a Melito e C.F. classe 1973, residente a Reggio Calabria, sono stati denunciati per uso illegale di richiamo elettroacustico vietato. Anche in questo caso, oltre al sequestro di 3 fucili con relativo munizionamento e di 2 dispositivi elettroacustici vietati, è scattato il deferimento all’autorità giudiziaria. A Montebello Jonico è stato sorpreso M.E.F. classe 1981, denunciato a piede libero per aver abbattuto un esemplare di avifauna protetta, a lui e stato sequestrato un fucile da caccia e numerose cartucce.
Sono stati colti sul fatto M.E. classe 1961, residente ad Ardore, e G.A. di anni 47, residente a Rosarno, sorpresi a Caraffa del Bianco ad esercitare la caccia utilizzando i mezzi di richiamo vietati. Inevitabile il deferimento all’autorità giudiziaria ed il sequestro dei fucili, delle munizioni e dei dispositivi elettroacustici.