VIDEO | Militari del Ris al lavoro a Filandari. Il procuratore: «È un caso “dimenticato”. Ora abbiamo dichiarazioni che ci hanno condotto a individuare quest’area come luogo di sotterramento dei resti»
Tutti gli articoli di Cronaca
È ancora un puzzle con tasselli mancanti. La Procura di Vibo ha, però, un punto di partenza per ricomporre i pezzi di un caso di lupara bianca che risale a circa 15 anni fa.
Lo spiega il procuratore di Vibo Valentia Camillo Falvo ai cronisti arrivati in Feudo d’Aquino, aperta campagna, nel comune di Filandari. «Abbiamo delle dichiarazioni – spiega il magistrato, sul posto assieme alla pm Eugenia Belmonte – che ci hanno condotto a individuare quest’area come luogo di sotterramento del cadavere».
Pochi dettagli: «Si tratta – dice ancora Falvo – di un giovane romeno che lavorava da queste parti. Sarebbe stato ucciso per scontri che possono essere inquadrati in un contesto privato». Non sarebbe, dunque, una storia di ’ndrangheta. «Ci sono anche storie di lupara bianca dimenticate», sottolinea il procuratore. Quella di un ragazzo straniero in una estrema periferia dell’estremo Sud è una di queste: coperta dal silenzio per 15 lunghi anni, prima che nuove parole riaprissero la questione.
In questi campi immersi nel verde, lontano da qualsiasi centro, l’escavatore dei vigili del fuoco è al lavoro da questa mattina. Poco più in là il laboratorio mobile del Reparto investigazioni scientifiche ha attivato macchinari per effettuare i riscontri del caso. Se le ricerche di oggi saranno infruttuose, domani arriveranno i cani molecolari per completare i tasselli del puzzle nel cammino per ricostruire la verità di questa lupara bianca dimenticata.