Ritorna in libertà il professore Domenico Britti, indagato nell’operazione Grecale, il presunto scandalo nei laboratori dell’Università Magna Grecia di Catanzaro. 

Il Tribunale della Libertà di Catanzaro, ha accolto le tesi difensive proposte con il riesame avverso l’ordinanza cautelare che aveva coinvolto l’Università Magna Graecia, annullando i capi di incolpazione più gravi, ovvero il capo 1 (ex art. 416 c.p., associazione a delinquere) ed il capo 38 (ex artt. 110, 319 e 321 c.p., reato di corruzione).

Il Tribunale di Catanzaro ha pertanto escluso – fa sapere il suo difensore, l’avvocato Francesco Talerico – che il professor Britti si sia associato per commettere una serie indeterminata di reati di corruzione, falso e truffa ai danni dello Stato.

È stato annullato altresì il capo di incolpazione con cui veniva contestato al Prof. Britti di avere conseguito un beneficio economico pari a 16.165,00 euro.

«Per difendere il Prof. Britti – riferisce il legale - abbiamo utilizzato atti importanti già nella disponibilità dello stesso pm, tra cui la relazione del consulente tecnico del pm, con cui all’esito delle ispezioni si concludeva che lo stabilimento utilizzatore degli animali ai fini della sperimentazione ubicato a Germaneto ed a Borgia garantivano il benessere degli animali, contrariamente da quanto invece era stato sostenuto dalla Procura».

L’avvocato Talerico ha altresì riferito che dalla lettura dei brogliacci e delle intercettazioni emergerebbero gravi elementi che potrebbero mettere in discussione anche alcune fonti di prova testimoniale e, che potrebbero essere portati all’attenzione della stessa Procura della Repubblica.