Quasi 150mila euro che potevano essere risparmiati e magari investiti in nuovi macchinari medici. Centocinquantamila euro che forse sono solo la punta dell'iceberg e potevano restare a disposizione dell’Asp e dell’Azienda ospedaliera di Cosenza, l’Annunziata, se si fosse proceduto con maggiore oculatezza e lungimiranza, senza lasciare che un problema facilmente prevedibile avesse il sopravvento e costringesse a correre ai ripari aprendo il portafoglio (dei calabresi).
L’oggetto del contendere è l’utilizzo di un software gestionale, di quelli che servono per calcolare le buste paga dei dipendenti e consentire tutti gli adempimenti fiscali collegati. Ma per comprendere cosa è successo occorre una premessa.

 

La rivoluzione digitale (non) può aspettare 

Il 7 luglio 2014, dunque cinque anni e mezzo fa, la Regione Calabria ha siglato il contratto che affida a un raggruppamento temporaneo d’imprese, formato da Exprivia Spa e Data Processing Spa, la realizzazione del Sistema informativo sanitario regionale e delle aziende (Sec-Sisr). Un appalto da 13,4 milioni di euro (ma la cifra complessiva dell’investimento pubblico è più alta) che prevede la creazione di una piattaforma tecnologica che centralizzi i database amministrativi e medici della sanità calabrese, creando un unico grande archivio che permetta di ridurre le spese e migliorare l’offerta. Tutto più veloce, interconnesso ed efficiente. Almeno sulla carta.

 

Le promesse mancate della Regione

«Oggi parte l’era digitale in sanità - dichiarò l’allora assessore regionale Alfonso Dattolo, lo stesso poi inquisito per lo scandalo Rimborsopoli e costretto recentemente a restituire 50mila euro -, progetto che ci pone sullo stesso livello delle altre regioni d’Italia, avviando così una corsa verso l’azzeramento dello storico gap Nord-Sud». In verità il gap è ancora tutto lì, anzi è aumentato. Eppure, come informava all’epoca un comunicato della società vincitrice della gara, obiettivo del nuovo sistema digitale è «armonizzare i sistemi contabili ed i processi di gestione delle risorse delle aziende sanitarie, al fine di agevolare i flussi informativi verso la Regione e, contemporaneamente, di favorire il raccordo dei sistemi di governo del Sistema sanitario regionale con i diversi attori periferici e centrali (Regione e Aziende sanitarie, Ministero della Salute)».

 

Termini scaduti

Insomma, una cosa ampia e complessa che ha richiesto un grande lavoro preparatorio e diversi rinvii rispetto alla data di entrata in funzione del nuovo sistema. L’ultima proroga viene concessa dalla Regione Calabria con decreto dirigenziale n. 7184 del 7 luglio 2018, che fissa al 31 dicembre 2018 la data entro la quale deve avvenire il passaggio tra il vecchio sistema informatico e quello nuovo.
E qui cominciano i problemi. A marzo 2019, infatti, siamo ancora in alto mare, perché con il nuovo sistema non è ancora possibile elaborare le buste paga né adempiere a tutti gli obblighi fiscali collegati, con il rischio di incappare in multe salate a causa delle mancate comunicazioni a Inail e Agenzia delle Entrate.

 

L'Asp di Consenza costretta a nuovi esborsi

Il commissario dell’Asp di Cosenza, Caterina De Filippo, prende atto della situazione, come segnalata dal responsabile delle risorse umane Remigio Magnelli, e delibera la stipula di un nuovo contratto con la Sirfin, società di Cosenza che sino a quel momento ha fornito il “vecchio” software gestionale e avrebbe dovuto passare le consegne alla Rti vincitrice dell’appalto. Costo della “proroga”: 40mila euro, iva esclusa.

 

Identico copione all'ospedale Annunziata

Identico copione si ripete, sempre a marzo dello scorso anno, nell’azienda ospedaliera di Cosenza, l’Annunziata. Qui la questione è resa più pressante dal rischio concreto che vengano interrotte le prestazioni mediche a causa della paralisi amministrativa. Allarme messo nero su bianco dall’allora commissario straordinario Achille Gentile, che decide di intervenire deliberando l’esborso di 66mila euro (iva inclusa stavolta) sempre a favore della Sirfin (deliberazione n. 82 del 25/03/2019), affinché continui a fornire supporto telematico e regolare accesso ai dati conservati nei propri database.


Ma non finisce qui. A più di un anno dal termine ultimo per la migrazione al nuovo sistema informatico (come già detto, fissato al 31 dicembre 2018), la situazione non è cambiata. Due settimane fa, infatti, il direttore dell’Annunziata, Filomena Panno, ha deliberato una nuova proroga del rapporto contrattuale con la Sirfin (determina n.113 del 04/02/2020) per altri 20mila euro, al fine di acquisire - si legge nel documento - “tutti i dati e flussi elaborati secondo la normativa, al fine di rispettare gli adempimenti previsti dalla legge entro le scadenze prefissate”.
In caso contrario, si specifica nella determina, la mancata presentazione all’Agenzia delle Entrate della certificazione fiscale relativa ai dipendenti dell’ospedale comporterebbe una sanzione di ben 180mila euro.

 

Quando andrà a regime il nuovo sistema?

A questo punto, sorge spontaneo chiedersi perché un appalto di oltre 13 milioni di euro che risale a più di cinque anni fa, abbia come corollario ulteriori esborsi da parte delle aziende sanitarie calabresi. Cosa è andato storto nella migrazione al nuovo sistema e quando andrà finalmente a regime, considerando che ogni ritardo comporta inevitabilmente non solo nuove spese, ma anche l’impossibilità per la sanità calabrese di mettersi al passo con le regioni più virtuose.
Intanto, per evitare la paralisi amministrativa delle aziende sanitarie e scongiurare salassi maggiori a causa delle sanzioni che scatterebbero, non resta che pagare e continuare a usare il vecchio sistema.


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