Parte da una ragazza lombarda, di Brescia, la petizione sulla piattaforma change.org per salvare il Centro di Neurogenetica. Quasi 7mila le firma raggiunte in pochi giorni per una realtà di eccellenza che vive ormai alla giornata. Dopo anni claudicanti, in cui il Centro è stato lentamente svuotato e ridotto ad un ambulatorio, dopo anni di appelli ad istituzioni di ogni tipo, passerelle politiche sui giornali,  nulla si è fino ad ora smosso concretamente.

La realtà nata nel 1997 con l’egida della scienziata Amalia Bruni, tra pastoie burocratiche e immobilismi istituzionali e politici sta finendo l’ossigeno. Non si tratta solo di elemosinare i fondi di cui è destinataria per legge, ma anche di modificare il dca con il quale l’ex commissario ad acta cotticelli ha deciso che i laboratori vadano a Catanzaro, creando una scissione tra area clinica e ricerca che andrebbe a snaturare il Centro stesso.

Ora l’impegno di questa giovanissima ragazza, Roberta Patitucci, che rivolge un appello al ministro Speranza affinché intervenga sul vicolo cieco nel quale il centro si trova. Roberta si occupa di comunicazione e i suoi genitori hanno origini calabresi. Quando la nonna iniziò ad avere problemi di demenza, iniziarono i viaggi della speranza da Bivongi a Brescia, fino a quando furono gli stessi medici a chiedere come mai far curare l’anziana in Lombardia quando nella sua Calabria c’era uno dei migliori centri al mondo.

«Chiudere un centro come questo significa darsi la zappa sui piedi – dice senza tentennamenti Roberta - come è possibile fare una cosa del genere, chiudere una realtà d’eccellenza, riconosciuta a livello mondiale e poi magari lamentarsi perché in Calabria la sanità non funziona». Racconta poi di come la nonna sia stata sollevata dal non dovere affrontare quei viaggi in aereo e di come sia stata seguita nel Centro di Lamezia Terme.

L’associazione per la Ricerca Neurogenetica e i familiari dei pazienti hanno apprezzato quanto fatto da Roberta, specie in un momento in cui ogni grido di aiuto è stato accolto solo da promesse, ma nulla di fatto, nonostante il Centro fosse diventato negli anni una delle pochissime, se non l’unica realtà calabrese, che subiva una migrazione sanitaria al contrario. Ecco perché anche un piccolo gesto come una petizione, ma che arriva da chi ha un occhio esterno, può servire ad aprire uno squarcio e ad arrivare a quelle soluzioni rapide che possano salvare la struttura. In particolare, l’Associazione per la Ricerca Neurogenetica chiede che venga velocizzata la trasformazione istituto di ricerca a carattere scientifico (Ircs).