Sacal: «L’aerostazione dello scalo lametino ci manderebbe in default»

In un’ampia nota stampa la società aeroportuale fa chiarezza sulla vicenda della tendostruttura che dovrebbe prendere il posto della mega opera mai realizzata

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di T. B.
28 febbraio 2020
16:37

«La tendostruttura non è un passaggio estemporaneo del management di Sacal Spa, ma una misura contingente, debitamente approvata da tutti i soggetti interessati, a cominciare da Enac e coerente ad un complessivo piano di ristrutturazione, che consentirà di offrire spazi e comfort maggiori ai passeggeri in partenza dal nostro aeroporto».

 


La società aeroportuale Sacal fa chiarezza sull’avviso con il quale ha formalizzato la ricerca di una ditta per il noleggio di una tendostruttura con il quale, come riportato dalla nostra testata, faciliterà nello scalo lametino le operazioni di pre imbarco in vista dei grandi numeri di passeggeri previsti per il periodo estivo.

 

Un provvedimento necessario nelle more di realizzazione dell’aerostazione da 51 milioni di euro attesa da anni. Intervenendo nel vespaio di polemiche sorte in questi giorni, la società tiene a precisare: «Va innanzitutto rilevato come, nonostante l’ampio dibattito tenutosi sia nei Consigli di amministrazione che nelle assemblee dei soci di Sacal Spa, persista sia nell’opinione pubblica, che nell’immaginario di soggetti evidentemente non informati e non competenti, l’idea che la Commissione europea abbia “regalato” fondi pubblici a Sacal SpA, per il tramite della Regione Calabria, per la realizzazione di un nuovo terminal».

 

«Non solo – fa notare la società aeroportuale - il progetto del 2014, datato originariamente 2011, successivamente rimaneggiato e per molti aspetti oramai superato, non aveva ancora avuto la formale approvazione di Enac, ma in nessun atto delle precedenti amministrazioni Sacal SpA si è potuto rilevare alcun impegno formale che consentisse a Sacal Spa di investire circa 35 milioni pari al 75 per cento dell’investimento totale, come previsto nelle direttive comunitarie».

 

«Conseguenzialmente, l’attuale amministrazione, nella piena consapevolezza dei soci debitamente informati, ha ritenuto un simile investimento al momento insostenibile, pena il default della società – chiarisce ancora la Sacal- e ha predisposto un nuovo programma di interventi che possano adeguatamente fare fronte al necessario incremento della capacità del terminal, in considerazione del previsto aumento del traffico passeggeri nei prossimi cinque anni».

 

«La tendostruttura – conclude la nota - è stata pertanto concordata con Enac come misura provvisoria stop-gap nelle more dell’avvio delle progettazioni definitive e degli appalti legati al succitato programma di interventi, già formalizzato nel Piano degli Interventi 2020-2023 attualmente al vaglio della stessa Enac».

Giornalista
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