È successo a Siena dove la 34enne calabrese vive da tempo: «Mi avete spezzato le gambe, ma non avete intaccato la mia voglia di combattere». Individuati e denunciati
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«Quella del 22 luglio scorso è stata la notte più brutta della mia vita. La mia carrozzina elettrica con la quale mi muovo a Siena è stata portata via da uno o più soggetti. Sono stati fermati dalla Polizia di Stato. Hanno opportunamente smontato la mia carrozzina. Volevano solo fare un giro, ci pensate? Un giro!». A raccontare l'amara vicenda è Clementina Spinelli, detta Clemy, 34 anni, attivista dei diritti civili, originaria di Belvedere Marittimo ma da molti anni domiciliata nel centro toscano.
Colpevoli rintracciati, ma carrozzina sfasciata
«Sono stata informata dalla questura di Siena - ha raccontato ancora la donna sui social, travolta poi da un'ondata di solidarietà -. La carrozzina è assolutamente in condizioni disumane. Ringrazio la parrocchia che ne custodisce i resti. Questo significa che mi avete "spezzato le gambe". Ma no non avete annichlito la mia voglia di combattere, di farvi la guerra, alla vostra pochezza umana. I disabili, disagiati disadattati, siete voi lo siete da sempre e per sempre. Un grazie sentito ai miei legali, Eugenio Greco Norina Scorza e a tutte le persone che vorranno starmi vicino. Un grazie anche alla mia contrada. Non finisce qui».
Le parole del sindaco Vincenzo Cascini
Le parole di Clementina, che non è nuova a questo tipo di vessazioni, hanno ovviamente creato scalpore, anche nel suo paese natìo, con cui non ha mai reciso il legame. Il sindaco di Belvedere Marittimo, Vincenzo Cascini, ha diffuso una nota per stigmatizzare l'episodio: «Quanto avvenuto ai danni della sig.na Clemy Spinelli ci lascia esterrefatti – ha detto il primo cittadino -. Appena venuto a conoscenza di quanto la signorina Spinelli ha dovuto subire, ho chiesto delucidazioni in merito e cosa si può fare per alleviare il dolore e la rabbia di questa giovane studentessa. Certo è che non si può lasciare che i balordi che hanno vandalizzato la carrozzina della studentessa, la passino liscia senza chiedere perdono per il loro insano gesto. Il male sociale che interessa i giovani di adesso, colpisce soprattutto chi è meno fortunato, perché non si dà alla persona, in questo caso disabile, la giusta importanza e il giusto rilievo nella comunità. Per cui – ha concluso Cascini – ho chiesto all’assessore al welfare di Siena, di attivarsi per trovare insieme una soluzione».