Il sindaco Vittorio Zito ha firmato un'ordinanza per consentire di staccare al tutor che li ha assistiti costantemente per 36 giorni. Per lui è previsto il conferimento della cittadinanza onoraria. «Lo Stato in questa storia non ne esce bene»
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Da oggi i 6 immigrati di Roccella Jonica attualmente positivi al Coronavirus a 36 giorni dal loro sbarco sulle coste della Locride, sono da soli. Il sindaco Vittorio Zito ha infatti firmato un’ordinanza che mette a riposo Mohammed Hussin Hari, il tutor 42enne che si è preso cura di loro da quel famoso 11 luglio. Era stato lui ad offrirsi volontario, ma dopo oltre un mese di clausura, ha chiesto comprensibilmente un “cambio”. Per lui l’amministrazione comunale, a quarantena finita, ha previsto il conferimento della cittadinanza onoraria.
«Non era nostro compito individuare un struttura per ospitarli e mettere in piedi l'assistenza necessaria alla quarantena. Ma era nostro dovere. E lo abbiamo fatto – ha detto il primo cittadino in conferenza stampa - I giorni sono passati. Una trentina di giorni. Li hanno sopportati. Senza urlare, senza protestare, senza mai deprimersi. Soffrendo in silenzio, piangendo la notte. Lo hanno fatto perché con loro c’è stato sempre, di giorno e di notte “Momo”, che avrebbe potuto farsi la quarantena nel suo domicilio. E che invece ha scelto di state con loro, curando le loro piaghe, i segni della traversata e i drammi dei loro pensieri».
Secondo quanto si è appreso, i minori dovevano essere ricoverati sulla nave ferma a Corigliano Rossano. Ma la nave è andata via stanotte, senza i minori a bordo. «Non competeva a noi trovare una sistemazione per i minori in quarantena, ma lo abbiamo fatto – ha ripetuto Zito - Non competeva a noi assisterli per tutto questo tempo. Ma oggi, per la prima volta, costretti, diciamo che non riusciamo a fare di più. E che non sappiamo cosa fare. Abbiamo avuto rassicurazioni dal Ministero dell'Interno, dalla Regione e dalla Croce Rossa sul fatto che i minori non resteranno senza adeguata assistenza. Se siamo orgogliosi di quello che stiamo facendo? No, perché siamo un pezzo dello Stato, e lo Stato in questa vicenda ne esce molto male».
Intanto a margine dell’incontro con i giornalisti il sindaco Zito ha annunciato il trasferimento dei minori in alcune strutture della Caritas sul territorio.